A pochi giorni dallo storico concerto che i Queen+Paul Rodgers hanno tenuto a Dubai -  primo live della band in Medio Oriente - il cantante rilascia questa intervista al periodico "National" durante la quale, oltre a raccontare la genesi del progetto con Brian e Roger, spiega anche le motivazioni che li hanno portati a incidere The Cosmos Rocks. Inoltre l'artista si sofferma su Freddie Mercury, dimostrando ancora una volta una sensibilità e un rispetto davvero unici che dissipano, una volta per tutte, ogni possibile confronto.

Nel mondo del rock non poteva esserci scommessa più ardua del prendere il posto di Freddie Mercury. Cantare al suo posto "Bohemian Rhapsody" può solo dare vita ad un tremendo incubo da karaoke.

Ma una coraggiosa anima ha deciso di accettare la sfida. Paul Rodgers, probabilmente famoso per il suo maggior hit "All Right Now" del 1970 con i Free, ritrova oggi se stesso alle prese con un tour mondiale con il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor. Ma come Queen+Paul Rodgers, si tratta di un ritorno nel quale Rodgers canta i successi della band col suo stile.

Dichiara il cantante:

"Potrei tentare di replicare ciò che faceva Freddie Mercury? Nessuno sarebbe in grado farlo. Solo Freddie Mercury poteva fare Freddie Mercury. Era assolutamente brillante. Lo adoravo e ho un grande senso del rispetto per lui".


E' proprio in ragione di questo "senso del rispetto" che Rodgers ha approcciato le canzoni di Mercury adottando il proprio specifico stile. Del resto non poteva esserci nulla di peggio che fare la parte di una tribute band con tanto di costumi. Tuttavia per Rodgers non deve essere stato facile prepararsi per affrontare il palco.

In proposito dice:

 

"No, non ho avuto un crollo dei nervi"- commenta un cantante che in fin dei conti ha venduto milioni di copie per conto suo- "Ma si è comunque trattato di una sfida molto eccitante. Passi del tempo a fare le prove in questi auditorium vuoti e ti domandi come andranno le cose. E a un certo punto percepisci la forza di tutto questo, l'intensità delle canzoni e ciò che esse rappresentano per la gente. E' un buon segno il fatto che queste canzoni abbiano una vita".


La collaborazione non è nata sotto l'effetto che possono dare i guadagni che derivano da un tour. Tutto è iniziato per amore della musica.

 

 

"Suonammo assieme alla tv inglese durante uno show in cui loro mi fecero da spalla per "All Right Now" e io lo feci a loro per" We Will Rock You" e "We Are The Champions". Si creò il giusto legame tra noi e Brian May mi telefonò un paio di giorni  dopo per domandarmi se mi sarebbe piaciuto suonare con loro per qualche concerto, durante i quali avremmo fatto metà pezzi dei Queen e metà delle mie canzoni. Risposi che mi sarebbe piaciuto, ma che allo stato attuale la gente avrebbe voluto sentire soprattutto le canzoni dei Queen, visto che mancavano dalle scene da oltre 20 anni. E così è  partito il tutto: poche date si sono trasformate in un tour mondiale. "


E questa settimana, dopo 4 anni dalla loro prima esibizione, il loro secondo tour mondiale farà tappa a Dubai, per un concerto che Rodgers si aspetta possa essere davvero qualcosa di speciale.

 

 

"Onestamente so che tutti dicono la stessa cosa quando devono suonare. Ma ogni concerto è differente e quello di Dubai sarà uno dei nostri più importanti".
 


La differenza tra i Queen+Paul Rodgers e molte altre reunion è il fatto che la band ha realizzato del nuovo materiale. E' inverosimile fare il paragone con "A Night At The Opera" o "A Kind Of Magic", ma la qualitàdella musica non è esattamente la questione più importante: per loro la cosa fondamentale è dimostrare di avere un progetto valido, nulla che abbia a che fare con una macchina mangia soldi. Quest'anno con "The Cosmos Rocks" i Queen sono tornati ad essere un'entità creativa.

 

 

"All'inizio c'erano degli aspetti da valutare" dice Paul Rodgers. "Vai in tour e qualcuno dice che una cosa del genere non avrebbe mai pensato di vederla. Ma la vera sfida è farlo di nuovo: non si può fare un altro tour e portare in giro solo i vecchi successi. Perciò il passo da fare prima di intraprendere un nuovo tour era questo. Andare in studio e vedere cosa potevamo fare. Non avevo idea di cosa sarebbe accaduto, siamo partiti con delle semplici jam sassion e alla fine ci siamo sorpresi nello scoprire che si trattava di buone cose".


Allo stato attuale Paul Rodgers non si preoccupa dei giudizi sul disco, merito della tipica auto-indulgenza che un veterano della musica può permettersi. E' stato qualcosa di nuovo e divertente che ha realizzato con la sua nuova band. E un disco che contiene le tipiche armonie dei Queen e lo stile blues di Rodgers, cosa che si nota in modo particolare in "Voodoo". Non c'era il pericolo che fondere insieme due stili così differenti potesse dare vita a un disco poco coerente?

 

 

"La questione non era quella di scegliere tra fare un disco rock o un album nel classico stile dei Queen, quanto piuttosto trovare il modo di mettere insieme dei musicisti e cavarne fuori qualcosa di nuovo".


E fin dal principio Rodgers ha percepito la giusta alchimia:

 

 

"Mi sedevo al pianoforte e iniziavo a suonare "Time To Shine" o altro, Roger si sedeva alla sua batteria, Brian imbracciava la chitarra e alla fine si arrivava ad avere una canzone. Abbiamo fatto un paio di registrazioni e ci siamo resi conto che era del buon materiale, ci abbiamo lavorato su per un pò e alla fine abbiamo ottenuto un risultato straordinario. E' stata una cosa illuminante e piena di ispirazione per tutti e tre, non soltanto per me".


Ovviamente non c'è cosa più bella che far esplodere sul palco l'atmosfera giusta determinata dal fatto che i Queen+Paul Rodgers sono una realtà nuova.

 

 

"E' innegabile che la gente resta scontenta se non suoniamo i nostri classici, ma se suoni soltanto quei pezzi non funziona. Per dare validità al progetto occorre fare canzoni nuove e attualmente ne eseguiamo 4 o 5".

 

 


Ma se ritieni valido il progetto che state portando avanti, perchè è così necessario quel "+Paul Rodgers"?. Potreste essere solo Queen, ovviamente in un modo differente dalla band che nel 1985 salì sul palco del Live Aid.

 


 

"Ho sempre preferito così fin dall'inizio. Sai, se ci fossimo chiamati semplicemente Queen la gente avrebbe pensato che mi ero messo in testa di sostituire Freddie o qualcosa del genere. Ma io volevo che fosse chiaro che si tratta di una unione delle nostre rispettive forze, piuttosto che del mio ingresso nella band".


C'è sicuramente il rischio che se tutto questo non dovesse funzionare Paul Rodgers venga in futuro ricordato come colui che ha cercato di prendere il posto di Freddie Mercury?

 

 

"Ha funzionato, ma al di là di questo non ragioni in termini di carriera, onestamente. Penso solo a una cosa: "E' eccitante per me tutto questo?" Se lo è continuo a farlo. Si tratta di una scommessa, lo ammetto. Ma abbiamo conquistato queste masse e quindi credo che qualcosa di buono siamo riusciti a farla. C'è una energia incredibile tra di noi tutte le volte che suoniamo e così è stato fin da quando abbiamo iniziato".


Ovviamente la gente vuole ascoltare dal vivo determinati successi. Ne hai qualcuno che ti piace in particolare?

 

 

"E' difficile fare certe scelte sia dal mio passato che dal catalogo dei Queen. All'inizio "We Will Rock You" ha rischiato di non esserci, ma poi ci ho messo qualcosa di mio dentro, così sono riuscito a cantarla in un modo diverso, personale: direi che ci ho messo dentro qualcosa in stile bues. Amo troppo "The Show Must Go On" perchè è un pezzo che non hanno mai eseguito dal vivo con Freddie. Quindi rappresenta una sorta di territorio vergine per me. Amo il sentimento che sta alla base della canzone, e quando ne ho parlato con Brian e Roger mi hanno rivelato delle cose molto private di Freddie e il motivo per cui il brano fu scritto, perciò ho apprezzato ancora di più il sentimento profondo che essa racchiude. Sai, "The Show Must Go On" lavora su più livelli, non ultimo ciò che i Queen sono in quanto band e quanto buono sia il fatto che I loro show continuano. E' una grande canzone".


Quest'ultimo concetto dice tutto del progetto Queen+Paul Rodgers. Sono davvero coinvolti solo per amore delle canzoni al di là di tutto.

 

 

"Siamo insieme perchè è  emozionante suonare insieme. Questa è la sola ragione. Non penso a tutte le eventuali implicazioni. Sono concentrato solo sull'opportunità di suonare tutte queste grandi canzoni con dei grandi musicisti. Ed è una cosa incredibile".


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