brian may parla della sua "nuova" vita dopo la morte di freddie mercury
Il 24 novembre 1991 moriva uno dei cantanti più discussi ed ambigui (bah, ndr) della storia del rock; ne parliamo con Brian May, chitarrista del gruppo, a Roma, per presentare il suo primo disco solista.
'Freddie aveva quel tipo di personalità che la critica amava odiare, forse è per questo che ha avuto tanto successo: perché non è mai stato un personaggio comodo, comune, perché è stato molto avversato'.
Brian May, chitarrista dei Queen espone la sua teoria sulla grande popolarità di Freddie Mercury ad un anno dalla morte del cantante.
IL 24 novembre 1991, il mondo del rock perde uno dei suoi idoli. Frederick Bulsara muore di Aids a 45 anni nella sua casa di Kensigton, una casa da 12 miliardi che negli ultimi mesi di vita del cantante è stata meta di pellegrinaggi e lacrime, di dolore incredulo.
Solo all'ultimo Mercury aveva deciso di rendere noto di essere ammalato di Aids, di esserne il primo grande martire nella storia del rock.
Ed oggi il mito Mercury non è spento. Anzi, è fiorente e redditizio.
Brian May a Roma per presentare il suo primo album come solista. Si intitola Back To The Light (QUI lo speciale) è dedicato a Mercury ed è nato in cinque anni di lavoro, fra un disco e un tour dei Queen.
'Finalmente sono riuscito a far esplodere le mie sensazioni, a tradurle in canzoni come desideravo da tempo. Far parte di un gruppo è un'esperienza molto importante, costruttiva e allo stesso tempo devastante. Per quasi vent'anni ci siamo espressi con la voce e la personalità di Freddie, era tempo per me di ascoltare le mie voci, di crescere, di fare qualcosa di più personale'.
Cosa ne sarà dei Queen senza Mercury? 'Siamo buoni amici, ma non ha senso continuare (la decisione di continuare deve essere stata sofferta e comunque ponderata bene, nei 14 anni successivi, ndr). Forse completeremo quattro canzoni che Freddie aveva inciso prima di morire'. C'è qualcuno in questo momento che possa sostituirlo? 'no, non è possibile: freddie non era solo un cantante, era un creativo. Se ci proponessero qualcuno, io mi opporrei (coerentemente Paul Rodgers non sostituisce Freddie, come dai critici affermato, ndr)'.
Come ha vissuto per venti anni in una band di rock operistico e pomposo, lei che viene considerato uno tra i più grandi chitarristi di rock duro, idolo di Slash dei G'n'R e di Nuno Bettencourt degli Extreme?
'Non rinnego niente, sono fiero dei Queen, trovo che siano stati una good combination. Però non ho avuto modo di esprimere me stesso fino in fondo. Quando scrivevo un brano per il gruppo era Freddie che inevitabilmente lo colorava con il suo timbro. Era lui a dire l'ultima parola, a decidere come andava cantato e suonato'.
Nel 1983 lei ha fatto, senza i Queen, un mini album 'The Fleet Star Project' con Eddie Van Halen e altri.
Nel 1990 ha composto le musiche per un MacBeth teatrale. Per non parlare della sua laurea in matematica e fisica conseguita all'Imperial Collage di Londra e della specializzazione in astronomia interrotta per suonare il r'n'r.
Come ha fatto Brian May a conciliare tutti questi aspetti della sua personalità?
'Sono fondamentalmente un romantico: piaceva guardare le stelle, ma questo mi imponeva una grande solitudine. La scienza si studia in laboratorio, il r'n'r si suona in mezzo alla gente. Ti fa affrontare le emozioni in materia più diretta, più immediata. Ho scelto il r'n'r perché c'era qualcosa di magico e di eccitante nel contatto con la gente. Ed in fondo è un altro modo di guardare le stelle'.
Le canzoni del suo disco hanno testi molto intimi, spesso tristi. Il singolo infatti si intitola Too Much Love Will Kill You, troppo amore ti ucciderà. è una frase che le appartiene ancora?
'No, allora credevo che la causa della depressione nella quale ero caduto fosse l'amore. Ora m rendo conto, dopo anni di analisi, che ad uccidermi sarebbero potuti essere i miei bisogni. Qualche testo è triste perché nel corso di questi cinque anni ho avuto dei duri colpi: è morto mio padre, mi sono separato da mia moglie. Poi anche Freddie se ne è andato'.
Brian May, Roger Taylor e John Deacon, dopo la morte di Mercury sono molto attivi sul fronte della lotta all'Aids. Il concertone di Wembley nell'aprile scorso aveva visto la partecipazione di famose rockstar recentemente, nella cerimonia di premiazione per gli MTV Video Music Awards (dove hanno vinto nella sezione 'Miglior video per un film' con Bohemien Rhapsody per 'Fusi di Testa') i Queen hanno donato 300 mila sterline, quasi un miliardo di lire, alla Magic Johnson Foundation, alla memoria di Freddie Mercury.
Quanto le manca oggi Freddie Mercury?
'Tanto, tantissimo. Con lui ho diviso palcoscenici ed amicizia per anni. E vederlo morire cosi cosi, lentamente, giorno dopo giorno è stato atroce. Me ne accorgo in queste occasioni; penso per esempio a come Freddie parlava con i giornalisti. Mi dico: lui avrebbe risposto cosi? Si sarebbe comportato così '. Si aspettavano i Queen di avere un cosi grande successo, dopo la morte di Mercury? 'Perché negarlo?
Sapevamo che ci sarebbe stato un revival, che i ragazzi si sarebbero interessati a tutti i nostri dischi del passato (Bravo Brian..questo dimostra come i Queen non hanno sfruttato la morte di Freddie economicamente. Se Made in heaven fosse stato pubblicato per sfruttare l'onda emotiva della morte di Mercury, avrebbe sbancato. Ed invece si è aspettato il tempo giusto. Nonostante quello che dicono i critici e i denigratori. Ndr.).
Ma non vorrei che fosse preso come un ragionamento di termine di denaro, di arricchimento.
A noi fa piacere che la gente si avvicini alla musica dei Queen, ma avremmo preferito un interesse minore e Freddie ancora in scena con noi'.
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