“Bohemian Rhapsody”, il nuovo film sulla rock band britannica Queen è un film di successo che attira enormi folle nei cinema di tutto il mondo. Concentrandosi sulla band e in particolare sul suo cantante Freddie Mercury, il film ha attirato fans in tutto il mondo.

Il corrispondendi di NHK Japon Akira Saheki si è incontrato con il batterista Roger Taylor per parlare del film, di Freddie e dei tempi dei Queen in Giappone.


Bohemian Rhapsody. Avete lavorato su questo film per molto tempo. Quali sono stati i tuoi pensieri dopo la sua pubblicazione?

Il mio pensiero principale è che sono molto felice che così tante persone apprezzino il film. Penso che abbia toccato le persone. Questo è tutto ciò che volevamo veramente Brian ed io, volevamo solo che il film raccontasse una storia, principalmente una storia vera, non tutti i dettagli e il tempo con cui si è  leggermente giocato, ma volevamo che le persone fossero toccate. Penso che sia quello che ha fatto.
Volevamo creare qualcosa che facesse sentire le persone alla grande uscendo dal film. E siamo molto felici che il film sia popolare.

Quale scena ti ha commosso di più?

Penso che una delle cose che mi ha commosso di più sia stata la relazione di Freddie con suo padre. Ho adorato quando suo padre improvvisamente ha capito con molto orgoglio cosa Freddie aveva fatto. Penso sia un grande momento

C’è una scena, durante la registrazione di Bohemian Rhapsody, quando ti chiedono di andare più in alto, più in alto, più in alto con la tua voce. E' successo davvero?

Non esattamente così perché, proprio quando diceva sempre più in alto, stavo cantando la stessa nota, ma erano note molto alte e penso di essere l’unico che poteva arrivare a quella tonalità. Ma è stato un pezzo divertente.

Il film attrae nuovi fan, adolescenti, persino persone tra i 20 e i 30 anni. Cosa ne pensi di questo fenomeno?

E' fenomenale, grandisoso. Penso che sia fantastico avere un nuovo pubblico per noi. Siamo una vecchia band e abbiamo avuto grandi momenti indietro negli anni ’70, ’80 e ’90. Ma ora,nel  2018, un sacco di giovani scoprono la nostra musica per la prima volta, è fantastico, mi dà una buonissima sensazione. 

Cosa pensi del motivo per cui le persone sono attratte dai Queen?

Penso che sia buona musica. Ha qualità. La musicalità è buona, penso che il canto sia buono cosi come la composizione. Potrebbe non essere la tazza di the per tutti, non siamo lo stile preferito di tutti, Ma alcune delle canzoni hanno questo stile da "inno" e siano "grandiose" e penso che ciò si traduca nelle persone.

In un’intervista hai detto che ritieni che le abilità di Freddie come musicista siano ora più evidenti. Puoi approfondire questo?


Tra tutte le cose, gli atteggiamenti teatrali di Freddie, la sua vita privata e così via, che a volte diventano esagerati,  la gente non pensa che prima di tutto Freddie fosse un musicista, ed era davvero un grande. Oltre ad essere un grande showman e cantante, è stato un grande musicista e compositore, quindi volevamo essere sicuri che venisse questo a galla nel film, non solo il lato su cui i giornalisti amavano scrivere, perchè loro non parlavano di musica. 
La musica è per farla ascolatare alle persone, non perche i giornalisti ne parliano. 

Diversi mesi fa hai fotografato una statua di Freddie nel tuo giardino. Puoi parlarci della statua?

Ho una statua di Freddie nel giardino (quella che c'era al Dominion Theatre), che adoro, è grandiosa, è molto grande. Ho pensato che sarebbe stato molto divertente avere la statua lì e penso che Freddie l’avrebbe trovato divertente.  

Quali sono le cose che ti ricordano Freddie nella vita quotidiana?

Fa parte della nostra "tappezzeria mentale", non lo dimenticheremo mai. E' andato via da tanto tempo ma è parte di noi. Non lo dimenticheremo mai. Brian ed io pensiamo sempre che sia in un angolo e pensiamo di sapere cosa penserebbe quando parliamo.

Il film descrive il senso di emarginazione che Freddie sentiva essendo un immigrato, un omosessuale. Eri molto vicino a Freddie quando era vivo. Hai assistito a quell’agonia? Come si è comportato?

Penso che abbia provato una grande confusione. Aveva avutio delle ragazze molto belle perchè aveva modi molto carini, quindi sì, era molto conflittuale e penso che il film sia stato molto preciso.

Pensi che il film  alle persone un modo per considerare i problemi che le minoranze devono affrontare nella società?

Penso che molte persone si sentano parte di una minoranza in qualche modo - ha continuato Taylor - spero che questo aspetto del film abbia fatto breccia nei loro cuori e che queste persone riescano a trarne forza. Ci sono troppi confini, muri e limiti culturali, cose nelle quali io non credo affatto. Penso che dovremmo essere tutti liberi di pensare e che ciascuno di noi sia diverso.

A proposito del Live Aid. Nel film è ritratto come qualcosa che ha riunito la band quando era sul punto di rompere.

In effetti è vero, eravamo arrivati quasi alla rottura - il Live Aid ci ha davvero tirati fuori da un periodo in cui eravamo annoiati e un po’ stufi. Quel concerto ci ha risollevato e ci ha ricordato che eravamo una grande band, che i fan ci amavano ancora molto. Tutto questo ci ha ridato tanta fiducia”.


Com’è stato quando eri lì sul palco per Live Aid?

Era nuovo per noi perché c’era la luce del giorno, non c’erano molte luci e noi eravamo vestiti in abiti normali. Così abbiamo pensato di fare una buona performance, lasciando che la musica parlasse da sola. E mi ricordo di aver guardato in alto e pensato, durante Radio Gaga, che le persone stessero amando questa canzone e che stavamo andando bene, e poi 10 minuti dopo, verso la fine, in We Are the Champions, ho alzato lo sguardo e sembrava un campo di mais, con tutti che agitavano le braccia e li ho pensato “Sì, sta andando bene, abbiamo fatto bene qui”. E ‘stato molto soddisfacente.

Una delle scene iconiche di Live Aid è stata la chiamata e la risposta tra Freddie e la folla. Quando è iniziata questa interazione?

È iniziato un po ‘prima, un paio di anni prima, quando ci siamo resi conto che c’era una grande empatia tra il pubblico e la band, e così abbiamo sempre incoraggiato le persone a cantare e interagire con noi. E Freddie è diventato un maestro assoluto nell’ottenere questa interazione, quindi ci siamo sentiti tutti parte di ciò. Quando canta “We are the champions” vuol dire che siamo tutti campioni, è una grande sensazione di stare insieme e questo è tutto.

Da dove ha avuto l'idea?

Era solo qualcosa che ha creato, qualcosa che ha sviluppato da solo. Era molto bravo, aveva una capacità di comandare la gente molto forte (potente). Ed era diverso ogni sera.

In Radio Ga Ga si parla del il modo in cui la musica cambia nel corso degli anni. Come vedi i cambiamenti nella musica al giorno d'oggi

Bene, non stiamo davvero cambiando ora, siamo ciò che siamo. Ora, come sta cambiando la musica, non posso davvero dirlo. Penso che ci sia troppa automazione nella musica ora. Troppe macchine, troppo auto-tune e non si vedono più i virtuosi agli strumenti. Ormai ci si basa più su cose come il campionamento e tutti i trucchi da studio. Non mi piace questa cosa dell’auto-tune che sento ovunque. È qualcuno che canta in un microfono e poi qualcuno che suona la melodia. Trovo che sia fastidioso. Se ascolti Whitney Houston che canta una canzone, quello è cantare. 
Aretha Franklin non aveva bisogno di un auto-tune.

Radio Gaga parlava della radio. Era un'epoca in cui la radio si trasformava in TV, e ora si è trasformata in streaming.

Sì, sì, è vero. Sembrava che MTV fosse enorme ovunque in America. Sembrava che i video avessero preso il sopravvento e diventassero più importanti della musica stessa. In realtà, realizzarli costava quasi dieci volte di più di un disco. Sembrava che stesse andando nella direzione sbagliata. E ho pensato, beh, ci siamo innamorati della musica attraverso la radio, ma poi abbiamo creato dei video fantastici, grandi e costosi, quindi non posso parlarne male davvero.

Hai menzionato in un'altra intervista che la canzone Bohemian Rhapsody non è la tua preferita

La adoro, penso che sia una bella canzone. Non so se sia la mia preferita. È difficile scegliere. Abbiamo un sacco di canzoni che mi piacciono e non ne metterei mai una sopra tutte le altre. Ho una predilezione speciale per Under Pressure perché è stato molto divertente realizzarla  e abbiamo avuto così tanto divertimento e soddisfazioni personali nel fare quel disco. Di brani preferiti, ne ho un sacco. 

Il film è molto popolare in Giappone e i Queen sono stati presentati come una band con una profonda connessione con questo paese. Alcune persone sostengono che i Queen siano diventati popolari in Giappone prima che in qualsiasi altro paese

È difficile. In Gran Bretagna, siamo diventati un po' popolari e in America siamo diventati un po' popolari. Ma poi quando siamo andati in Giappone, siamo andato al top. Quando poi siamo tornati in Gran Bretagna, anche qui eravamo molto popolari. Ma il Giappone è stato il primo ad amare davvero i Queen e ad impazzire per la band. Non dimenticherò mai la prima volta che arrivai ad Haneda a Tokyo, è stato incredibile.
L'intero tour è stato come un sogno.

E' per questo che avete inciso anche una canzone in giapponese? (Teo Torriatte, ndr).
Penso di sì, ma amavamo la cultura giapponese. Freddie era pazzo del Giappone, sarebbe andato a Tokyo solo per fare shopping, due settimane di shopping.

Quante volte sei stato in Giappone?

E' una buona domanda. Alla fine, 10 o 12 volte.

Vai in posti specifici ogni volta?

Ricordo che abbiamo fatto un tour, siamo stati dappertutto. Siamo andati in posti come Kanazawa e molte altre città. E a volte andavamo solo a Tokyo e Osaka. Sono andato una volta e ho fatto un concerto con due dei miei eroi, Joni Mitchell e Bob Dylan. Abbiamo fatto un concerto di un grande tempio fuori Osaka, è stato fantastico. Penso di aver fatto una canzone con Yoshiki.

Cosa significano per te i Queen?

Il gruppo ora è comporsto da Brian May e da me e ci siamo avvicinati in un certo senso. Ci siamo resi conto che questa è la nostra vita e questo è il nostro destino e penso che ci stiamo divertendo. Abbiamo questo meraviglioso cantante, Adam Lambert, con cui è una gioia lavorare ed è una bellissima combinazione. È molto più giovane di noi, ma funziona. È molto intelligente e ha la voce più bella. Ci rendiamo conto ora che questo è ciò che facciamo e ci divertiamo a farlo mentre siamo ancora in grado di farlo. Non so quanto tempo ancora, ma in questo momento ci divertiamo molto a suonare e e non vedo l'ora che arrivi il nostro prossimo tour.
 
 

 


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