Dieci anni sono passati dall'ultimo greatest hits dei Queen, quello che avrebbe dovuto mettere la parola fine alle raccolte di succeddi della Band.
Ora, quasi a sorpresa, ecco giungere il quarto capitolo della saga, o meglio, un distillato dei suoi predecessori. Rompendo un slenzion durato qualche anno - la promozione di 'The Cosmos Rocks' era toccata in toto a Paul Rodgers (?!?) - Roger Taylor è tornato volentieri a parlare del passato della band, ma soprattutto del presente ricco di impegni.
Sarà per via della sfarzosa cornice tipicamente british del Mandarin Oriental Hotel di Londra ma Taylor pare possedere tutte le caratteristiche tipiche dei regnanti di Buckingham Palace: completo elegante, modi raffinati e d'altri tempi, classe da vendere (e dire che dei quattro era il rocker per antonomasia).
D'altra parte, se non avesse sangue blu un membro dei Queen...
I: Quanto è nata l'idea di un nuovo greatest hits dei Queen? L'uscita del terzo sembrava aver messo la parola fine a progetti di questo tipo. Le canzoni qui raccolte sono le vostre preferite in assoluto?
RT: No, non posso dire che queste siano le nostre canzoni preferite. Come ben saprai, in genere un best raccoglie semplicemente i pezzi più popolari di un gruppo, non necessariamente i preferiti della band in questione. Il progetto nasce come una sorta di distillato delle tre raccolte precedenti, una versione condensata se cosi la vogliamo chiamare.
I: Spesso raccolte di questo genere contengono bonustrack, inediti o versioni alternative che i fan apprezzano particolarmente. Il fatto che non ce ne siano mi fa pensare più ad una richiesta da parte dell'etichetta che ad una scelta vostra a tutti gli effetti.
RT: In parte hai ragione.. E' certamente stata la nostra casa discografica a volerlo più di noi e la mancanza di bonus può pesare. Abbimo però voluto mantenere una continuità con i passato e siamo convinti che in un best ci debbano rientrare pezzi conosciuti da tutti, Il momento per un box di rarità arriverà. Ci stiamo lavorando da un sacco di tempo. Posso dirti anche che siamo soddisfatti dell'artwork, che credo sia davvero di altissima qualità. Le foto contenute nel libro appertengono a session di cui ci eravamo dimenticati, la copertina stessa è una delle più belle immagini che io ricordi della band.
I: Ho apprezzato molto l'idea del disco allegato in cui spiegate la nascita dei pezzi contenuti nell'album.
RT: Si, anche a me è sembrata subito una cosa che i fans avrebbero potuto apprezzare e, in più, non mi pare sia una cosa cosi comune in un best of, come invece lo sono le bonus track (ride). Concluda poi il discorso precedente dicendo che sono anni che il pubblico ci chiede un album che mischi classici di tutte le decadi e.. this is it!
I: Per un certo tipo di stampa i Queen sono stati essenzialmente un gruppo dai grandi singoli e troppo pop, soprattutto negli anni 80.
RT: La stampa di certo non è mai stata molto gentile nei nostri confronti, anche se è stato poi pubblico ad averci reso quello che siamo stati e che siamo. Ogni volta che ci è capitato di entrare in sala di registrazione non abbiamo mai detto frasi del tipo: 'ora facciamo un singolo' o 'creiamo un pezzo per questo o quel mercato'.
I singoli venivano semplicemente scelti tra i pezzi che avevamo scritto durante le sessioni. L'unico nato con questo intento può essere considerato 'Under Pressure'.
Parliamo del gruppo attuale. Avete fatto diversi tour con Paul Rodgers e pubblicato addirittura un album di inediti. Sembrava ormai foste davvero una band affiatata. Non lavorerete più insieme come si è scritto sui giornali?
Continuo ad amare Paul e la sua splendida voce e l'esperienza insieme è stata fantastica, soprattutto l'ultimo tour, dove l'affiatamento e l'entusiasmo dovuto ai nuovi pezzi sono stati davvero incredibili. Credo però che ormai il nostro sodalizio sia giunto alla fine. Nessun problema o diverbio, semplicemente si è esaurita in modo naturale la fiamma. Proprio stasera suona da queste parti e spero di riuscire ad andare a vederlo.
Tu e Brian continuerete a portare avanti progetti comuni? State scrivendo nuovi pezzi?
Brian è molto impegnato in questo momento, ma non abbiamo certo intenzione di mollare. Da parte mia ho appena scritto un nuovo pezzo. E' una canzone di protesta che parla della situazione terribile del nostro paese e si intitola 'The unblinking eye (everything is broken)'.
Uscirà a nome Queen?
Assolutamente no, uscirà a mio nome. I Queen sono una band, questo è il mio modesto punto di vista riguardo alla situazione odierna e come tale uscirà a nome mio. Mi piacerebbe fare un mini tour il prossimo anno con materiale nuovo e vecchie hit in luoghi ristretti, più intimi.
Quindi per ora i nuovi progetti sono congelati?
Come ti dicevo, Brian ha svariati impegni presi in precedenza e li sta portando tutti a compimento in questo periodo. Però abbiamo appena suonato insieme per l'inaugurazione di 'We Will Rock You' alla Playhouse di Edimburgo e continueremo a farlo in futuro. State tranquilli, abbiamo molte idee nel cassetto.
Non avete mai voluto rinunciare al vostro nome, nonostante per molti, senza John Deacon e Freddie Mercury, non potesse più avere lo stesso significato. Avete mai pensato ad un tour come 'Taylor & May'?
No, e ti spiego anche il perchè. Nel momento in cui io e Brian saliamo sul palco, diventiamo i Queen. Quando senti il suono della chitarraa unito alla mia batteria o alla mia voce, non pensi a May e Taylor, ma ai Queen. Non abbiamo mai sostenuto di essere i il gruppo di una volta, saremmo pazzi.
Però ci teniamo a rimarcare la nostra storia. Se ci pensi, anche se andassimo in giro con i nostri nomi, sui cartelloni scriverebbero 'May & Taylor guitars and drums of Queen..'.
John invece non ha più voluto essere della partita e questo ci dispiace ogni giorno.
Per quale motivo credi non voglia più suonare? Pensi che sia felice?
E' una scelta che rispetto. Lui è sempre stato quello più schivo di noi e credo che dopo la morte di Freddie non ne abbia più voluto sapere. Probabilmente non ce la fa.
Se mi chiedi invece se sia felice, non mi sento di darti una risposta affermativa.
State facendo audizioni per un nuovo cantante? Sarà per caso Adam Lambert di American Idol?
Adam ha di sicuro un talento che è impossibile non notare. E' dotato di una voce in grado di arrivare molto in alto e ha un timbro vocale che mi piace.
Però non credo sia cosi facile scegliere qualcuno che ci accompagni in tour.
Tutti ci chiedono grandi nomi, noi invece siamo interessati a qualcosa che possa stupire i fans. Al di là dell'età o della fama della persona in questione.
Torniamo ad Absolute Greatest. Il fatto di unire canzoni dei vostri primi album ad altre degli anni ottanta mette bene in evidenza il vostro percorso musicale. I due periodi sono molto distinti, com'è avvenuta secondo te questa evoluzione?
I nostri primi album nacquero in un clima culturale ben definito, quello della fine degli anni sessanta. Avevamo un approccio molto rock, magari non originalissimo che poi con il tempo si è affinato diventando esclusivamente Queen. Se pensi ad 'A Night At The Opera' ti rendi conto di cosa voglio dire.
Abbiamo mantenuto quell'attitudine fino alla fine dei seventies. Il tutto è cambiato con l'inaspettato successo di 'Another One Bites the dust' che ha condizionato pesantemente l'album successivo.
Personalmente amo Hot Space ma non lo ritengo certo il mio album preferito.
Credo che sia stato l'unico errore della nostra carriera: abbiamo cercato di seguire un percorso che ci apparteneva solo in parte.
D'altra parte, tutti fanno errori (ride).
Anche negli album successivi però molti aspetti non erano più quelli di un tempo.. penso alla produzione o all'utilizzo dei sintetizzatori per esempio...
Hai ragione, ma quella è stata la naturale evoluzione della nostra musica in un contesto particolare come quello degli anni ottanta. Non era più il frutto di uno sforzo ma di una modernizzazione del nostro suono. Io per esempio odiavo la batteria elettronica e la odio tutt'ora, ma nel caso di Radio Ga Ga si presentava alla perfezione alla causa per via dei robot. Non nego di amare maggiormente il periodo precedente, ma non ripudio per niente il decennio successivo, anche perchè è quello di maggior successo commerciale. Ritengo però fossimo vestiti davvero da cani. Innuendo ha rappresentato un pò la quadratura del cerchio.
Tu sei stato il più grande amico di Freddie Mercury. A cosi tanti anni dalla sua scomparsa, cosa provi ogni volta che lo vedi in foto, che lo ascolti su disco e soprattutto quando lo rivedi suonare con te, in qualche filmato, durante i concerti del passato?
I primi quattro, cinque anni, sono stati devastanti. Non riuscivo a rendermene conto e risentirlo in continuazione non permetteva alla ferita di rimarginarsi.
Ora invece la sua musica, la nostra musica, ha per me l'effetto opposto. E' curativa. E' bello pensare a tutto quello che abbiamo fatto insieme ed è questo che mi ha fatto tornare l'entusiasmo che credevo scomparso.
Anche Brian ha effettuato un percorso simile, alla fine del quale ci siamo ritrovati.
La prima cosa che mi ha realmente turbato dopo tanti anni è stato rivedere il concerto di Natale tenuto nel 1975 all'Hammersmith Odeon di Londra, al quale stiamo lavorando per una pubblicazione futura.
Rivederlo al massimo del suo splendore mi ha fatto venire una grande malinconia.
Pensi di aver realizzato tutti i tuoi sogni o hai dei rimpianti di qualche tipo?
Questa è una bella domanda. Credo di essere una persona davvero fortunata. Quarant'anni fa mi trovavo a pensare se con gli Smile avrei avuto successo e ora sono qui su un divano a parlare ancora di quello che ho realizzato come musicista e come uomo.
Non ho mai dubitato di essere un privilegiato e i sogno che avevo a vent'anni li ho realizzati in ogni senso.
Allo stesso tempo spero di aver regalato qualche emozione a chi ha seguito per cosi tanti anni.
Rimpianti non ce ne sono, ho sempre fatto le cose che volevo proprio per non poterne avere in futuro. Certo, avrei voluto passare gli ultimi vent'anni con Freddie, ma quello non è dipeso dalla mia volontà.
E' uno dei musical di maggior successo degli ultimi dieci anni, ed e' stato visto sino ad oggi da oltre sei milioni di spettatori in tutto il mondo. Adesso We Will Rock You, scritto dai Queen e Ben Elton, approda finalmente in Irlanda, e ha in serbo un'ulteriore sorpresa per I fan dei Queen.
Il chitarrista della band Brian May, (…) ha collaborato col batterista Roger Taylor e il comico Ben Elton per mettere insieme il musical. (…) Tutti e tre mantengono un coinvolgimento molto diretto nello spettacolo, e in passato Brian si e' esibito durante diverse "prime" in varie parti del mondo.
Al nostro giornale dichiara: "Mi piace tenermi occupato, e lo show per me rimane sempre una bellissima serata. E' anche molto, molto divertente, soprattutto per merito di Ben. E' in scena al Dominion Theatre di Londra da quasi nove anni ormai, e riscuote ancora un enorme successo."
"Per i primi sette anni abbiamo avuto un contratto in esclusiva con il teatro, e solo nel 2007 abbiamo avuto finalmente la possibilita' di andare in tour per il paese. Cosi' abbiamo formato una seconda compagnia, che e' sempre on the road mentre lo spettacolo continua anche a Londra."
Lo spettacolo ha in scaletta tutti i maggiori successi dei Queen, da 'Bohemian Rhapsody' e 'I Want To Break Free' a 'Killer Queen' e 'Fat-Bottomed Girls'.
Ben, Brian e Roger hanno sviluppato insieme l'idea di un musical costruito intorno alle canzoni dei Queen. Brian spiega: "Ci conoscevamo da un po', e ci siamo messi a tavolino a parlarne. Lui poi ci ha pensato sopra, e ha disegnato a grandi linee lo spettacolo. La differenza principale e' che noi volevamo che raccontasse la nostra storia, mentre lui voleva ambientarlo nel futuro. Ha avuto ragione lui"
Lo spettacolo e' ambientato parecchi decenni nel futuro, un futuro in cui la musica e' ormai completamente omogeneizzata e industrializzata, in conseguenza del lavoro fatto ai nostri giorni da machiavellici manipolatori, come Simon Cowell con i suoi talent-show televisivi e Louis Walsh con le sue boy band quasi tutte stonate. E tutti gli strumenti musicali sono vietati.
E Ben Elton di certo non si risparmia nel prendere in giro la nuova generazione di aspiranti pop star, che sognano la fama solo per essere famosi, pur avendo poco o nulla da offrire in termini di talento.
Brian aggiunge: "Fenomeni come X Factor e le nuove boy band e il resto del panorama mi preoccupano un po'. So che anche Ben si rende conto del problema. Ed e' per questo che nello spettacolo, accanto alla commedia, c'e' anche una buona parte di verita'".
"Credo che Simon sia davvero andato a vedere il musical. Ma sappiamo bene che e' un uomo di spirito e che e' ben consapevole di tutte le obiezioni contro il suo show. Mentre da parte mia mi rendo conto che al di fuori della TV oggigiorno e' difficilissimo per I giovani cantanti farsi notare."
We Will Rock You e' prodotto direttamente da May and Taylor perche' conoscono le musiche meglio di chiunque altro al mondo.
Brian aggiunge: "Ben ha un'immaginazione molto fervida, ma ha colto il tema fondamentale delle canzoni, che e' scoprire il proprio potenziale e conquistarsi la propria liberta'. E la cosa piu' bella e' che lo spettacolo e' molto live e molto "senza rete". E anche molto ad alto volume."
Brian e Roger si son dati parecchio da fare di recente, collaborando perfino con i Muppets per una versione di 'Bohemian Rhapsody' tutta sopra le righe. "Ci abbiamo messo mano sottobanco, perche' hanno cantato loro, ma sull'accompagnamento musicale registrato da noi. Che gli abbiamo dato noi, piu' che altro per divertimento, perche' e' un'idea molto carina e molto spiritosa. I miei figli sono cresciuti guardando il Muppet Show.
"L'altra cosa che abbiamo fatto di recente e' stata - un paio di tour come Queen, con Paul Rodgers dei Free come cantante."
"I concerti sono andati molto bene, ma la collaborazione ha ormai concluso il proprio ciclo naturale, e Paul e' ora tornato a riformare una sua vecchia band, i Bad Company. Comunque abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati."
E fino a qui ancora non abbiamo fatto parola del defunto frontman dei Queen, Freddie Mercury, uno dei primi personaggi si alto profilo a morire di AIDS, nel 1991.
Brian riflette: "Sento ancora la mancanza di Freddie ogni giorno che passa. Ma credo che We Will Rock You gli sarebbe piaciuto". "Anche perche' gli avrebbe portato un sacco di soldi!"
"Seriamente: mi sento di dire che, se Freddie fosse ancora vivo, probabilmente oggi saremmo ancora insieme in palcoscenico come Queen. Ma in realta' lo spirito di Freddie si riflette molto nel musical, gioca un ruolo molto importante."
Il chitarrista e' stato spesso in Irlanda, e alcuni suoi parenti vivono a Balbriggan, nella provincia a Nord di Dublino.
Sull'isola, si e' anche esibito allo Slane Castle e al vecchio Point Theatre, e parla con molta stima del defunto leggendario chitarrista irlandese Rory Gallagher.
E di Slane si ricorda ancora i violenti, improvvisi acquazzoni, e soprattutto la folla indisciplinata ("di sicuro un caos molto peggiore del normale"), specialmente il momento in cui un gruppo di spettatori tento' a forza di fare irruzione nel backstage..
Brian comunque e' un talento non solo dal punto di vista musicale: di recente ha progettato uno stereoscopio per un nuovo libro 3-D che ha scritto. Ha anche un profondo interesse per l'astrologia [sic - si tratta invece di astronomia] e si costrui' da se' la sua prima chitarra nella mini-officina che suo padre aveva in giardino.
"Il fatto e' che mi piace creare cose. Mi piace lavorare con le mani. Mio padre si preoccupo' moltissimo quando decisi seriamente di metter su una band, perche' aveva fatto di tutto per darmi un'ottima istruzione, e pensava che stessi buttando al vento tutto quanto. E non perdeva occasione di ripetermi di mettere la testa a posto e trovarmi un 'lavoro serio' invece."
"Ma qualche tempo dopo fini' per capire. Mi ricordo che invitai lui e mamma a un nostro concerto a New York, li feci volare sul Concorde, li sistemai all'Hotel Ritz, e dissi loro di approfittare del servizio in camera."
"Fu a quel punto che finalmente si resero conto di come fosse davvero la vita che avevo scelto. E prima di morire mio padre mi disse che dentro di se', in parte, sentiva che gli sarebbe piaciuto fare come avevo fatto io."
Ma anche se Brian e' felice del successo di We Will Rock You, deve confessare di essere rimasto abbastanza scosso dalle recensioni che accolsero gli esordi dello spettacolo.
"Dal mio punto di vista, mi sembrava che la prima fosse andata molto bene, eppure ci arrivarono addosso le peggiori recensioni mai viste. Assolutamente devastanti. La gelosia e' una forza molto potente, a quanto pare."
"Perche' si trattava soprattutto di risentimento, in buona parte diretto contro Ben. Da parte di vecchi giornalisti inaciditi. Ma resto convinto che sia indispensabile rompere le regole. We Will Rock You non e' come gli altri musical. Offre un fantastico intrattenimento. E vanta un magnifico cast.
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