15 Settembre 1982.
La Regina era reduce da uno spettacolare tour de force nella sua colonia nord-americana; il Re, che allora era ancora un Principe, si stava invece preparando a cambiare la storia della musica.
La regale maestà si accingeva a ringraziare i suoi sudditi con un ultimo spettacolare saluto al L.A. Forum ; tra amici, invitati e cortigiani, c’era anche l’amato principe, giunto lì per apprendere con entusiasmo e carpire i segreti di quel sovrano inglese che era riuscito a conquistare il mondo.
Stiamo parlando più precisamente di Michael Jackson e dei Queen, e di un loro amichevole incontro durante l’ultima tappa dell’Hot Space Tour World ad Inglewood, Los Angeles.
I Queen, all’apice della loro fama e del loro splendore negli US, qui si confrontano e si conoscono con Michael, reduce dai successi del Triumph Tour con i suoi fratelli e al momento in pieno processo creativo per la realizzazione di Thriller, l’album che venderà più di tutto e di tutti.
L’articolo, comparso sul numero di Febbraio 1983 del Rolling Stone, continua e aumenta il filone delle belle interviste a Jackson poste da Gerri Hirshey, giornalista amica di Michael, che in questo testo ricostruisce il rapporto tra il cantante americano e Freddie Mercury dal punto di vista del primo.
La nascita della loro amicizia, la creazione di nuove tracce per il prossimo album dei The Jacksons (Victory), la grande ammirazione di Michael per il performer inglese.
“I’m a Freddie Mercury fan”, risponde Michael Jackson in modo lapidario e quasi impertinente ad una domanda di una reporter incontrata lì per caso.
Il resto…nel seguito.
Buona lettura.
Michael è intento a cercare educatamente di eludere l’insistenza di una donna agghindata col più moderno equipaggiamento di ripresa, la quale ha bloccato il corridoio che porta al labirinto dei camerini sottostanti il L.A. Forum.
“Posso dire ai miei telespettatori che Michael Jackson è un fan dei Queen?”
“Sono un fan di Freddie Mercury” risponde, superando la donna in direzione di una lunga stanza affollata dai membri della band, le loro mogli, i roadies e gli amici vari.
Un uomo robusto dall’aspetto di un giocatore di football sta facendo esercitare Freddie Mercury con dello stretching per riscaldare i muscoli in occasione dell’ultimo spettacolo del loro tour negli U.S. La band è allegra. Michael è timido, e aspetta in modo sommesso vicino la porta, fino a quando Freddie non lo nota e lo va a prendere salutandolo con un abbraccio.
E’ stato Freddie ad invitare Michael.
Lo ha chiamato per tutta la settimana, soprattutto per parlare della possibilità di lavorare insieme. Hanno deciso di provarci in occasione dell’uscita imminente del nuovo album dei Jacksons. Sebbene siano due personalità difficilmente paragonabili – Freddie ha celebrato un recente compleanno appeso nudo ad un lampadario – i due sono diventati amici da quando Michael ha ascoltato il materiale registrato dai Queen per l’album The Game e ha insistito affinché il singolo da pubblicare fosse “Another One Bites The Dust”.
“Ora lui mi dà retta, vero Freddie?”
“Certo, fratellino”.
Il giocatore di football fa cenno di avvicinarsi. Freddie sposta la sua sigaretta in direzione delle portate di frutta, pollo e dolciumi. “Tu e i tuoi amici mettetevi comodi”.
Il nostro accompagnatore, una guardia del corpo dall’aspetto cortese e goffo, si sta consultando con la sicurezza per i posti a sedere. Poco prima ragazze tenacemente posizionate davanti il palazzo da cui Michael è uscito per fiondarsi in limousine, si erano precipitate a scrutare ossessivamente attraverso i vetri scuri della macchina non appena lo porta si è chiusa. L’ospite di Michael che attendeva nella macchina deve essere rimasto davvero sconcertato.
Quest’ultimo è un amico intimo, un comune borghese che passa inosservato agli scaltri occhi di chi è invece in cerca delle celebrità. Non è mai stato ad un concerto rock, nemmeno ad uno di Michael. Mi racconta che spera di andarci, ma principalmente il loro è un rapporto di amicizia quotidiana. A volte lo segue anche suo fratello minore.
La maggior parte del tempo parlano di “ semplici cose normali”, aggiunge l’amico. Eppure per Michael questa attività è una specie di magia.
Al momento, tuttavia, è semplice e solita routine. Gossip, per essere precisi. Michael sta chiedendo ad un ballerino suo amico della recente crisi di una famosa superstar in declino. Michael è ansioso di conoscerne la causa. Il ballerino in risposta avvicina un dito accanto al proprio naso. Michael annuisce e poi traduce per i suoi amici “E’ droga. Cocaina”.
Michael ammette di essere molto interessato a questo genere di notizie, ascoltando avidamente mentre l’amico spiattella la storia parlando del bisogno d’evasione delle star. “E’ una fuga”, dice. “Lo comprendo perfettamente”.
Ma le dipendenze per lui sono tutt’altro. “ Cerco sempre di capire cos’è che porta i grandi artisti a ridursi così”, afferma. “ Voglio scoprirlo. Perché non riesco a credere che capitino cose del genere ogni volta.” Fino ad ora, le sue dipendenze - il palco, il ballo e i cartoni – non sono state caratterizzate da alcunché di tossico.
Nel frattempo mi accorgo che Michael sta facendo qualcosa, ma non è nulla di chimico. E’ come se stesse ronzando come una vespa intrappolata in un barattolo di miele. E’ la stanza in cui siamo, mi spiega. Molte volte, proprio qui, prima delle sue esibizioni, si è messo a stirare e sfregare le sue corde vocali, pompandole, scuotendole come un leggero cavallo da corsa poco prima di entrare febbrilmente in azione.
“Non riesco a stare più qui”, grida amabilmente. “Non riesco nemmeno a stare seduto”.
Poco prima deve essere stato calmato per bene. Randy Jackson nel frattempo si precipita nella stanza, venendo a contenere il fratello in un rude abbraccio, aiutandolo a dissipare un po’ della sua energia con un breve incontro di wrestling. E’ evidente che questa non è la stessa creatura che prima cercava di nascondersi dietro una patatina!
Michael ora è passato a combattere con la guardia del corpo, ripetendo la stessa domanda ogni minuto, fino a quando l’uomo impietosito batte la mano sulla spalla del suo protetto e comunica che si può andare.
Mercury e la sua compagnia hanno già cominciato a percorrere la stretta hall, e prima che qualcuno riesca a prenderlo Michael è trascinato nella loro scia, facendo eco al ruggito emesso in lontananza dalla folla che aspetta fuori, saltellando in aria per cercare di catturare uno sguardo di Freddie, che in risposta alza un pugno e comincia a salire le scale del palco.
“Ooooh, Freddie è davvero gasato” dice Michael. “Lo invidio così tanto ora. Non sai quanto!”.
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