
In questo special, Queenheaven ha deciso di tradurre alcune parti del libro di
Tony Pike (
Mr Pikes: The Story Behind The Ibiza Legend, 14 ott 2017, di Tony Pike e Matt Trollope).
Tony Pike, dopo varie esperienze come uomo di mare intorno al mondo, a fine anni 70 approdò sulla famosa isola di Ibiza, dove, nei pressi di San Antonio, ristrutturò una finca (tipica struttura agreste del luogo) e la trasformò piano piano e con molto lavoro in u
n residence con una piccola piscina. Il 1983 segnò una svolta per Pike: gli Wham! di George Michael scelsero il suo albergo per girare il video di Club Tropicana (ed il baffo, tipo Magnum PI che si vede nel video intento a ballare dietro il bancone del bar, è proprio lui, Tony Pike)
Da allora, il Pikes (pronunciato Peek-ayes) di Ibiza diventò la meta dei vip di tutto il mondo, un piccolo paradiso dove le regole valide per noi comuni mortali erano puntualmente disattese quanto a feste orgiastiche e a uso di stupefacenti. Con la fine degli anni ’80, lo spettro dell’AIDS a frenare il clima orgiastico del jet set internazionale e lo sviluppo di Ibiza con i nuovi club e un settore turistico ormai fiorente, il Pikes vive un momento di declino, che culmina con la tragica morte del figlio di Tony a Miami, ucciso mentre stava cercando accordi con un gruppo di acquirenti dell’hotel, rivelatisi poi dei truffatori.
Dopo il 2000 il Pikes ritorna di moda, certo con un mood meno disinibito dei suoi anni d’oro, ma Tony Pike a questo punto è una leggenda vivente, uno dei padri fondatori della Ibiza che conosciamo, e il Pikes Ibiza è nel pantheon dei luoghi sacri e magici dell’isola, insieme allo Space, al Pacha e al KU. Attivo e istrionico fino all’ultimo, Pike era noto proprio per il suo carattere vulcanico ed esplosivo, estremamente intraprendente e sagace, abilissimo intrattenitore.
Tony Pike muore nel febbraio 2019, pochi mesi dopo aver dato alla stampa il suo libro autobiografico.
I brani tradotti riguardano l'esperienza del famoso albergatore angloaustraliano con Freddie Mercury tra il 1986, anno della loro conoscenza, e la sfrenata festa di compleanno del cantante dei Queen a settembre del 1987, passando per la collaborazione con la soprano catalana Montserrat Caballé.
Buona lettura e... occhio a quello che troverete. Potrebbe sorprendervi / deludervi!
Traduzione di:
Gabriel Tripaldi
Fiammetta Pezzati
Cristina Merlo
Trascrizione di:
Luca Florian
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Quando Freddie Mercury varcò per la prima volta la soglia dell'hotel nella primavera del 1986, come al solito, in quel periodo dell'anno il Pikes era un cantiere.
Stavo piastrellando il salone principale coperto di merda.
Freddie era con Peter Straker, l'attore britannico, con il quale aveva un rapporto personale e professionale di lunga data.
"Mi chiamo Freddie Mercury”
"Buon per te, amico" dissi
"È un hotel?"
"Beh, lo sarà, se avrò la possibilità di finirlo”
"Quand’è che potrò stabilirmici e registrare della musica?”
"Oh Gesù, dacci una possibilità"
Mostrai a Freddie e al suo gruppo la struttura e li lasciai gironzolare per un po’.
Stavo solo cercando di levarmeli di torno così potevo continuare con la piastrellatura.
Poi Freddie tornò e mi disse "Mi chiamo Freddie Mercury"
"Me l'hai già detto."
Riesco ancora a vedere l'espressione sulla sua faccia, e ora mi viene da ridere, perché chiaramente non riusciva a credere che non avessi mai sentito parlare di lui.
Non sono ignorante, ma non sapevo chi fosse.
Ero stato molto tempo per mare per cui mi ero perso parecchie cose.
Nessun quotidiano e niente musica pop, solo l’arte della sopravvivenza.
Continuai a dirgli: sono Tony Pike e Freddie disse: "Sì, so chi sei".
Poi mi spiegò che era un cantante ed era molto famoso.
Gli dissi: "Che cosa canti? Ballate?"
Come frontman dei Queen, aveva aperto il Live Aid e aveva avuto un grandissimo successo, Bohemian Rhapsody.
Sembra strano data la clientela che avevo al Pike, ma negli anni 80 non avevo tempo di studiare le celebrità. Ero troppo impegnato a sviluppare l'hotel e prima ancora nel sud della Francia o in Australia, ero impegnato a lavorare duro o a cazzeggiare, inseguendo donne e, in generale, a far parte del jet set.
Nel sud della Francia è semplice distinguere le celebrità di serie A e c’era sempre un po’ di fermento quando arrivavano in città.
All’epoca Ibiza era diversa. Molte volte mi accorgevo che qualcuno era famoso perché mi veniva presentato o perché passavo del tempo con lui.
E la fama o il denaro non mi impressionano.
Molte celebrità amano il fatto che io non sappia chi sono.

Quel primo giorno Freddie mi chiese di portare lui e il suo gruppo a fare un giro.
Quindi gli chiesi se ne sapeva qualcosa di club e lui mi rispose “un po’”.
E, come al solito, dissi:" Bene, qui abbiamo il miglior club del mondo"
Diventai presto un personaggio, sull’isola.
Quindi feci passare Freddie e i suoi amici dalla porta sul retro del Ku con la mia speciale chiave VIP.
Il management, lo staff… tutti sapevano chi fosse Freddie e venivamo trattati come re.
Amava quel posto e il modo in cui veniva trattato.
Era davvero difficile accedere all’area VIP del Ku negli anni '80. Solo le ragazze più belle potevano entrarvi. E il club aveva un aspetto incredibile senza il tetto.
Freddie ed io diventammo buoni amici e mi chiamava spesso nella sua camera.
E Freddie era fantastico, un ragazzo bellissimo, mi piaceva molto.
Spesso restavamo sdraiati a letto per ore, a parlare, a farci di coca.
Freddie consumava cocaina in quantità industriali.
Non credo si rendesse contro di quanta ne prendeva.
Diceva "Tony, ti dispiacerebbe farne un’altra?”.
Ne facevo sempre una grande per Freddie e una molto più piccola per me, sufficiente a tenermi un po’ su di giri.
Freddie era un fantastico narratore. E noi stavamo sdraiati lì a ridere, niente zozzerie.
Era piuttosto mascolino quando era sdraiato e poi si alzava
e diventava effeminato. Dicevo "Freddie? Che ti succede quando ti alzi?
Potevo essere nella stanza di Freddie, farmi di coca con lui e il minuto dopo ero in piscina a socializzare con gli ospiti che erano di solito persone normali, ma comunque molto ricche.
Devi essere in grado di adattarti ad ogni tipo di ospite.
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Andai a trovare Freddie numerose volte nella sua bella casa di Londra nella parte alta di Earls’ Court. Facevo un salto per vedere se era in città, per un drink e una rimpatriata.
A Ibiza, Freddie chiamava la mia stanza al Pikes e diceva: "
Pike, devo parlarti” e io “
Freddie, ho bisogno di te”E lui diceva: "
Oh, Pike".
E ci piaceva flirtare tra noi. Non significava niente, era solo divertimento.
Una volta Freddie mi chiamò e mi chiese di incontrarci alla Bungalow Suite.
In quell’occasione mi disse: "
Pike, c'è qualcosa che devo chiederti"
"
OK, Freddie, arrivo subito”
Quindi mi pettinai, un po’ di Listerine e andai da Freddie, dove Feebie, l’assistente/amante era lì, come sempre.
Freddie mi disse “
Ho una domanda per te, Tony. Perché lo staff chiama questa stanza “La stanza di Julio”?
“
Freddie, è semplice: è in onore del grande cantante Julio Iglesias”.
“
E io?”“Se continui a cantare, non ti prometto niente, ma forse metterò il tuo nome su qualcosa”“Mi prendi per il culo, Pike?”“Sì, Freddie”“Stronzo”
E in quel preciso istante squillò il telefono della stanza e Feebie rispose.
Guardò me e Freddie e disse: "
È per il signor Pike."
Quindi Freddie guardò Feebie, come per dire, dagli quel cazzo di telefono.
Dissi "
Freddie, no, non posso rispondere".
"
Perché no?""Questa è la tua stanza, Freddie, paghi molti soldi per un po' di privacy, non posso rispondere ad una chiamata in una delle stanze del mio ospite".In realtà ero infastidito che il personale avesse osato chiamarmi al telefono della stanza dell'ospite, figuriamoci in quella di Freddie; ma ero lì da un po’ e sentivo una voce dall’altro lato chiedere di parlare con “il signor Pike”.
E Feebie disse: "
Signor Pike, è Julio Iglesias."Julio.
Non la potevi proprio sfangare.
La faccia di Freddie era immobile mentre increspò le labbra e quei famosi denti gli spuntarono dalla bocca.
Risposi. Julio mi stava dicendo quando sarebbe passato in hotel e cosa aveva bisogno che io facessi.
Lanciai un’occhiata e vidi Freddie preparare qualche striscia.
Aveva una borsa con circa dieci grammi e prese un cucchiaio per mettere la coca sul menu del Pike.
E Freddie sapeva che Julio non faceva uso di droghe quindi sapeva cosa stava facendo.
Si è avvicinò e mi disse a bassa voce "
Pike, fatti una striscia ... se non lo fai mi metto a gridare come un pazzo”. Così dissi a Julio: "
Scusa Julio, ho un po’ di casini, torno subito”. E dovevo fare attenzione con Julio Iglesias, perché era contrario alle droghe, mentre Freddie viveva di cocaina.
Appoggiai la mano sul ricevitore. "Freddie, fanculo."
Sembrava dispiaciuto e disse: "Se non lo fai mi metto a urlare. Giuro che lo faccio, Pike”.
Quindi mi girò il braccio dietro la schiena. Presi la cannuccia e mi feci la striscia.
Beh, probabilmente era mezzo grammo, considerato che l’aveva fatta Freddie.
Mi sconvolse completamente!
Provai a riprendermi per ascoltare ciò che stava dicendo Julio mentre rideva a crepapelle, cercando di non farsi sentire.
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Freddie cantò la prima volta Barcelona nel maggio 1987 nel bar nel retro del Pikes, al piano terra della finca, che più tardi divenne la suite Marrakesh e, alla fine e opportunamente, sotto i nuovi proprietari, lo splendido Freddie’s Bar dell’hotel.
Sarebbe stato felicissimo che qualcuno avesse chiamato col suo nome un nightclub al Pikes.
Tornando al 1987, Freddie si stava riscaldando per la sua apparizione al Ku di quella notte, all’Ibiza 92 festival, tenuto per celebrare il fatto che Barcellona avrebbe ospitato le Olimpiadi nel 92.
Era addirittura sei mesi prima che la canzone uscisse.
Quella notte, Montserrat Caballé avrebbe voluto stare all’hotel,ma eravamo pieni.
Disse: “ma io devo stare con Freddie, canteremo una canzone.” “Cosa canterete? Qualcosa di speciale?”. Lei disse: “ Canteremo il nostro nuovo disco, Barcelona”.
Se Montserrat avesse avuto la possibilità di rimanere, probabilmente avrebbero cantato e quei due avrebbero probabilmente fatto cadere il tetto insieme.
Ma quando Freddie cantò Barcelona da solo fu comunque un momento splendido, ma devo dire che allora di momenti splendidi ce n’erano parecchi.
Freddie scrisse Barcelona con Mike Moran, che fu il produttore del pezzo.
Mike è un idiota dai capelli arruffati, ma una persona carina. Ci sono sempre andato molto d’accordo.
La principessa di Yugoslavia Smilja Mihailovitch, che creò la marca d’abbigliamento Adib, dava una grande festa quella notte al KU.
Sembrava una vera snob e non le piacevo. L’amica che era con lei era bellissima e troppo di classe per me, pensai, ma alla fine ci provai con lei. Qualche settimana prima l’avevo vista al bar VIP del KU, e subito la desiderai. Non potevo neanche parlarle quella notte da quanto mi piaceva. Nella mia testa ero il capo dell’area VIP, ma proprio non avevo la sicurezza di avvicinarmi a lei.
Il vero capo era Daniele, un enorme buttafuori, alto quasi due metri, soprannominato
Tarzan, che aveva la super esclusiva chiave per la stanzetta accanto ai bagni nell’area VIP.
Potevi andare lì dentro, chiuderti… scopare, pippare, qualsiasi cosa.
Riuscii a conoscere Tarzan molto bene, e poi diventai addirittura sfacciato con lui fino a prendergli la chiave dalla tasca. Mi guardava come se stesse per ammazzarmi, ma fortunatamente ridacchiava sempre.
Quando ci radunammo sul balcone per guardare Freddie e Montserrat eseguire Barcelona, finalmente riuscii a parlare con l’amica della principessa Smiija. L’esecuzione iniziò e mi emozionai così tanto da stringere la mano di quella povera ragazza davvero forte.
E comunque, ho di mio una stretta molto forte, quindi devo averle fatto male. Eravamo nell’area VIP, guardando da sopra la piscina e la grande fontana fatta a testa di drago cinese, guardando il palco,con Freddie che sembrava così piccolo accanto a Montserrat, larga tre volte lui.

Era una scena sensazionale e fu una note indimenticabile.
Pino Sagliocco mise insieme la canzone Barcelona e poiché organizzò per Freddie e Montserrat la performance della canzone al La Nit Festival a Barcellona, allestito per l’arrivo della bandiera olimpica da Seoul, fu fondamentale affinché la canzone diventasse inno delle Olimpiadi.
Pino è un grande uomo e ho passato tanto tempo con lui nel suo appartamento a Barcellona tempo fa. Lo ricordo bene, Carrer de Gomis n. 40.
Eravamo amici per la pelle negli anni Ottanta. Pino è un ragazzone, un italiano belloccio, e un giorno mi disse “
Com’è che ti prendi sempre le ragazze più belle?” E io dissi: “Anni di abnegazione, fascino intrinseco e una spolverata di innata furbizia”.
In seguito Pino sposò la sua adorabile moglie, Lorena, che è mezza etiopea, mezza italiana. Stupenda.
È stato un promotore straordinario negli ultimi 40 anni e ora è presidente di Live Nation per la Spagna.
Recentemente è stato nominato cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia per il suo lavoro di collaborazione tra le due nazioni.
Devo molto a Pino, perché ha messo sulla mia strada un sacco di artisti, quindi un sacco di star stavano all’hotel per via di lui.
Pino ha una vita frenetica, ma riesce a stare al passo. E ha fatto molto bene da solo.
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“Beh, ho due richieste specifiche… anzitutto, la festa deve iniziare alle 7 della sera. Questo è l’orario di Freddie, le sette. Non voglio gente che arrivi alle undici, li voglio qui alle 7 precise.” E questo è molto difficile da assicurare in un posto come Ibiza. Poi disse: “In secondo luogo, voglio che tutti gli ospiti siano accolti con un bicchiere di champagne francese”. E io dissi: “Freddie, se è champagne è per forza francese. Tutto lo champagne è francese.”
Disse: “Perché?”; “Perché viene dalle uve della regione francese di Champagne”; “Beh, non lo sapevo.”, disse. “Sei un ignorante, ma resta qui e potresti imparare una o due cose”.
“Ok Pike, stronzo.” Disse Freddie. Perché noi avevamo quel tipo di rapporto.
Poi Freddie disse: “Sono molto amico di Elton John”.
E io replicai: “Io invece non lo posso soffrire”. Quindi Freddie rispose: “Oh…”. Riuscivo a parlare con Freddie con lo stesso spirito, perché si sentiva rilassato in mia compagnia.
Amavo quell’uomo.
Freebie (Phoebe) era nella stanza, così come il manager dei Queen, Jim Beach, molto noto come uno dei manager di artisti più duri nel mondo della musica.
Jim era eterosessuale, aveva moglie e figli, non toccava droghe e assicurava una sorta di sanità mentale in mezzo a tutta la pazzia che circondava Freddie Mercury.
Non sai cosa può essere folle finchè non hai a che fare con uno come Freddie. Folle in senso buono, ma sempre folle. Jim (Beach) è un grande manager. Anche un uomo noioso, ma immagino sia il suo lavoro ad esserlo.
Dovevo avere a che fare sia con Jim che con Freddie, due caratteri molto forti ma molto diversi.
Così abbiamo cominciato a parlare dei dettagli per la festa e Freddie disse che voleva organizzarla insieme a Elton John.
Successivamente ebbi a che fare in prima persona con Elton John mentre si preparava ad esibirsi dopo Grace Jones a Valladolid. Come al solito ero in disparte ed Elton era seduto al piano nell'oscurità pronto ad esibirsi. Non mi trovavo bene con lui. Non mi piaceva il suo atteggiamento. Elton John è il tipo di gay con cui non riesco ad andare d'accordo, mentre con molti altri gay sono in sintonia e, se fossero ancora
vivi, Freddie Mercury e George Michael potrebbero testimoniarlo, che siano benedetti.
Comunque se Freddie avesse organizzato questo party insieme ad Elton ho pensato... 250 ospiti ognuno, due superstar internazionali, una cena per 500 persone...pensavo agli incassi, alla stampa e alla visibilità. Quella notte non dormii dall'eccitazione. Ero sdraiato a letto con la mia fidanzata e non riuscivo a rilassarmi, la mia mente correva. Successivamente ci fu una conversazione con il manager di Elton, John Reid, che aveva gestito anche i Queen negli anni 70. Trovai abbastanza sgradevole anche Reid. Il primo incontro con lui avvenne al bar del Pikes e mi disse: '
Chi cazzo sei tu?' Mi rifiutai di rispondere a quella domanda e scambiammo qualche parola ma dopo quella volta non ebbi più a che fare con lui. Mi assicurai di avergli detto che non mi piaceva il suo tono e che non me ne fregava un cazzo di chi fosse.
Mi disse: '
Non sai chi sono io?' ed io risposi: 'So che sei maleducato e volgare quindi non ho bisogno di sapere altro.' Non mi interessò nemmeno dirgli '
Questo è il mio fottuto hotel' perché sono abbastanza sicuro che lo sapesse.
Dunque, eravamo nella stanza e Freddie disse:
'Mi spiace disturbarti...'
E io risposi: '
Non essere sciocco, Freddie, sei il mio ospite, spara!'
Era ansioso di sapere se il party con Elton John avrebbe funzionato ma ovviamente era necessario che i due manager provassero a farlo funzionare e trovassero una soluzione. Freddie voleva anche delle foto del party incluse nel suo ultimo video. Se ne usciva con ogni sorta di idee e io continuavo a dirgli:
'Ok amico, ma abbiamo solo 4 giorni per organizzare tutto'. Fu una grande responsabilità. Mi fu riferito che al suo quarantesimo (trentanovesimo NDT) compleanno a Monaco dei nani si aggiravano con in testa dei vassoi di cocaina.
Il giorno seguente Freddie mi mostrò un articolo su un giornale inglese in cui si diceva che lui ed Elton avevano avuto una forte discussione presso un esclusivo hotel di Ibiza, di proprietà e gestito da un australiano. Grande pubblicità per me e l'hotel, ma non era esattamente la realtà.
L'articolo insinuava anche che Freddie stesse usando Elton in modo da poter utilizzare le foto scattate al party per ottenere pubblicità.
Freddie era furibondo. Disse che non aveva bisogno di Elton per avere pubblicità.
Io gli dissi:'
Freddie, siete entrambi grandi star, entrambi gay. La stampa enfatizza sempre queste dicerie come se fossero una zuffa tra gatti. Dimentica Elton e vai avanti con il tuo party da solo.'
Freddie fu d'accordo. 'V
oglio un party che sarà ricordato nella storia di Ibiza e di cui si parlerà in ogni angolo del mondo.'
Gli dissi che se mi avesse fatto sapere il budget avrei fatto tutto ciò che desiderava.
Personalmente penso che Freddie fosse la star più grande. Certo Elton era in auge da più tempo e forse era più prolifico, ma credo che Freddie, come uomo avesse molte più qualità. Ed era anche un meraviglioso essere umano.
Quindi io e Freddie ci sedemmo a discutere del party, ma solo del suo. Disse che voleva il miglior party privato mai visto sull'isola. Freddie mi guardò dritto negli occhi e disse:'
Puoi farlo?' e io risposi: '
Ho solo tre giorni ma posso trasformare la piscina in una pista di ghiaccio e avere elefanti che indossano tutù rosa che ci pattinano sopra se vuoi...ma c'è una sola parola...budget...qual è il tuo budget Freddie?'
Disse che voleva 100 amici e del buon cibo. Alzai gli occhi al cielo: 'Pensi che a Hollywood parleranno di questo? Un centinaio di amici e buon cibo? Qual è il tuo budget? Rendiamolo un grande momento.
Disse:
'Budget?' e io risposi:
'Ascolta Freddie, qui ho a che fare con persone del calibro di Gunter Sachs (fotografo, imprenditore e astrologo tedesco naturalizzato svizzero n.d.t.). Deve essere bello.
E Freddie aveva già detto che voleva la partecipazione di Gunter.
Ma rimaneva ancora la questione del budget. Jim Beach, che era in piedi alle spalle di Freddie, disse:
'E' giusto Mr. Pike, deve avere un budget', e Freddie guardò Jim come per dire: '
Se voglio la tua opinione te la chiedo.'
A quel punto Freddie ebbe una crisi isterica e disse a Jim di sparire dalla sua vista e borbottò qualcosa del tipo:
'Non posso dire a Mr. Pike di andarsene perchè è il suo hotel...'
Così Jim ed io lasciammo la Suite Bungalow, passeggiammo lungo la piscina e
cominciammo a chiacchierare.
Ed io dissi: '
Jim, vedi, lui vuole una banda di flamenco, le aragoste ed ogni sorta di cose, non sono in caccia dei suoi soldi, ho solamente bisogno di un budget così da potermi tutelare.'
Lui mi comprese perfettamente e fu molto ragionevole.
Continuai: '
Voglio offrire a Freddie il meglio, entrambi lo vogliamo ma l'unico modo in cui posso affrontare questa cosa è coinvolgere il mio amico, Pino Sagliocco. E' abituato ad occuparsi delle star e a questi eventi dell'ultimo minuto.
Perciò chiamai Pino e gli dissi che avevo bisogno di un favore, per chi era il party e che avevamo tre giorni.
Mi disse: '
E' impossibile, qual è il budget?'
Io risposi: '
Non cominciare Pino'
Ma era ovviamente una domanda lecita. 'LA' domanda.
Pino mi disse di non accettare, che Jim era un dei più difficili nel suo giro, che mi avrebbe fatto lavorare per ogni singolo penny.
Dissi: '
Pino, ora ti devo implorare, come un amico. Per favore, aiutami. Qualunque sia la cifra, se non riesco ad ottenerla da Jim Beach, pagherò di tasca mia...prima o poi.'
Pino accettò e disse: '
In questo caso devo cominciare a muovermi, non posso restare a chiacchierare ora.'
La mattina seguente cominciò ad arrivare tutto, camion, fattorini, persone che aiutavano ad organizzare.
Pino è molto bravo. Non si presentò sul luogo per seguire i lavori fino alla sera stessa del party, ma aveva comunque tutto sotto controllo.
Così Pino era salito a bordo. E lo fece accadere. Due giorni al party.
Ero in giro per l'hotel cercando di sistemare tutto per il party.
Il grande giorno arrivò. Sabato 5 Settembre 1987.
Non era stati inviati degli inviti, non c'era tempo. Dovemmo spargere la voce in qualche modo e arrivare alle persone giuste. Niente feccia.Avevo un fotografo all'entrata. Ero molto teso.
A causa della necessità di maggiori addetti del personale per la serata, abbiamo radunato barboni e vagabondi e chiunque fosse disponibile per un lavoro serale. Nessuno di loro aveva documenti. Avevo 30 membri dello staff e 70 di questi vagabondi e alcolizzati come extra. Feci loro un discorso d'incoraggiamento. Tenete il posto pulito, rifornite di ghiaccio, posaceneri lucidi.
Emil era il capo del bar ed era eccellente. Ma non gli piaceva avere a che fare con tutti questi ragazzi impreparati. Io invece ero come un timoniere. Nelle ultime 48 ore avevavamo demolito un muro sul retro della cucina che ci permetteva di usare lo spazio retrostante la proprietà.
Abbiamo dovuto farlo perchè con 500 persone invitate per la cena, la cucina non avrebbe potuto reggere l'andirivieni. Sarebbe stato impossibile servire tutte le portate utilizzando la sola entrata principale nello stesso momento, e servirle alle persone dietro la cucina.
Il cibo si sarebbe raffreddato ancor prima di arrivare al tavolo.
C'erano dei palloncini gonfiati ad elio neri e oro proprio all'entrata dell'hotel. Era meraviglioso.
Alle 17:30 stavo camminando in giro per controllare ogni dettaglio dei preparativi per il party in hotel.
Vicino ai cancelli c'erano dei grandi bidoni industriali per lo champagne. Li ho aperti e non c'era traccia delle bottiglie di champagne, solo ghiaccio. Ho chiamato Emil, che lavora tuttora al Pikes, dopo più di 30 anni, è stato un eccezionale e leale lavoratore in hotel.
'Dov'è lo champagne?'
'Avevi detto di riempirli con il ghiaccio'
Corremmo a prendere le scatole di champagne, rovesciammo metà del ghiaccio sulla strada, sistemammo le bottiglie nei bidoni e rimettemmo dentro il ghiaccio.
In quel momento, il produttore di Barcelona, Mike Moran, che aveva lavorato anche con Bowie per Ziggy Stardust, arrivò e disse: 'Hai un aspetto orribile Tony, vieni con me' e mi portò nella sua stanza per darmi una rinfrescata.
Freddie entrò e disse: 'Cosa state facendo? Il party comincerà in orario?
Dissi che era tutto sotto controllo ma Freddie era ancora sul ciglio della porta quando un membro dello staff si affacciò e disse: 'Signor Pike, Signor Pike, l'ingresso è in fiamme.'
Qualche idiota provò ad accendere una sigaretta e pensò che fosse divertente far esplodere uno dei quei palloncini, ma erano pieni di elio. L'intero gruppo di palloni volò via e il fronte dell'hotel era in fiamme. Le persone si nascondevano nelle toilettes per sicurezza e c'erano pezzi di plastica nera e oro sciolta tutto intorno all'ingresso e che fluttuavano nell'aria.
Nessuno si fece male e 'l'idiota' era molto dispiaciuto.
Le fiamme erano alte ma siamo riusciti a domarle e a ripulire tutto prima dell'arrivo di molti degli invitati.
Il servizio di sicurezza fu estremamente restrittivo per tenere alla larga gli intrusi.
Non era permesso introdurre macchine fotografiche ma allora non esistevano i cellulari quindi le cose furono molto più semplici.
Vi presero parte circa 700 persone, con 100 addetti che ci lavorarono.
Il sindaco di San Antonio e il capo della polizia, mio amico, si presentarono con molti dignitari locali che ambivano a partecipare all'evento.

Freddie aveva ordinato una torta di compleanno gigante con la sembianze della
Sagrada Familia, la famosa cattedrale tuttora incompiuta di Gaudi a Barcellona. Freddie disse:
'Pike, non devi preoccuparti della torta, è tutto a posto.' e la fece arrivare in volo da Barcellona sul suo jet privato.
Ma il disastro era dietro l'angolo. L'aereo ebbe difficoltà durante l'atterraggio e la torta arrivò distrutta, era diventata poltiglia.
Avevamo un solo giorno per farne un'altra. Preparammo un'enorme base di pan di spagna e la decorammo con il
testo di Barcelona. Era stupenda. Probabilmente non tanto quanto la torta Sagrada Familia, ma comunque fantastica. Anche questa era stata risolta.
Stavamo per accendere le candele, la situazione a quel punto della serata era piuttosto chiassosa.
Alcuni ragazzi presero la mia segretaria Penny, che indossava un delizioso abito in seta, e la gettarono sulla torta. Crema, pan di spagna, braccia e gambe ovunque. Divertente.
Lei la prese molto bene. Servimmo ciò che era rimasto. Il party proseguì fino al giorno seguente. Un sacco di coca cola e bevande alcoliche.
Ad un certo punto, alle prime ore del mattino, guardai la meridiana che avevamo sul prato, era in cemento con sopra un grosso spuntone in metallo che proiettava l'ombra.
Pensai che con tutti quei gay in giro, qualcuno avrebbe finito per provare a salirci sopra e avrebbe potuto ferirsi. Perciò presi un tappo in sughero dello champagne e lo posizionai sopra l'asta. E accadde.
Un ragazzo la vide e vi si accovacciò sopra. Si alzò davanti agli occhi divertiti dei presenti. 'Delizioso' disse, 'Ma ho perso il tappo.'
Non c'erano casse automatiche a quel tempo. Dovemmo scrivere la lista dei drink a mano.
Il prezzo totale dell'evento ammontava a 52.000 sterline. Erano stati rotti 250 bicchieri. Li misi nella lista e la consegnai a Jim. Guardò in fondo e lesse '
4 vodka tonics'.
'Cos'è questo?' disse. 'Non ho visto nessuno bere vodka tonics.'
Davvero? Fortunatamente arrivò Freddie e gli disse di pagare. Compilò un assegno per la somma totale e io tirai un'enorme sospiro di sollievo.
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Freddie adorava il fatto che al Pikes ci fosse un campo da tennis ma, che sia benedetto, faceva schifo a tennis.
Io stavo molto bene con il mio completo da tennis mentre Freddie si presentò con dei pantaloncini bianchi e una polo.
Una mattina radunai tutti gli ospiti e dissi: 'Bene ragazzi, invece di uscire ogni sera e tornare distrutti, dobbiamo prenderci cura del nostro corpo, mantenerci in buone condizioni perciò voglio dare inizio ad un torneo di tennis e tutti devono partecipare. E' obbligatorio.
Nessuno usava il fottuto campo da tennis, dovevo provare a rientrare dell'investimento in qualche modo.
Ma io, Freddie e Jonathan Crisp, il presidente del Colchester United, eravamo gli unici a prenderla seriamente, e nemmeno così era davvero molto seria.

Durante le stagioni successive si poteva notare che la salute di Freddie si stava deteriorando.
Le voci erano state diffuse sulla stampa e anche tra certi circoli a Ibiza si diceva che fosse in grossi guai.
Un'altra volta Freddie mi chiamò e disse: 'Pike, ho bisogno di parlare con te di qualcosa di molto serio, puoi venire nella mia stanza?'
Così mi recai da lui e mi disse: 'Devo dirti che sto morendo...di AIDS. E' cominciato come HIV ma ora si è trasformato in AIDS, perciò non mi resta molto da vivere. Ho bisogno di cocaina per tenere lontano lo sconforto. E ho bisogno della migliore qualità possibile, perché è ciò che mi terrà in vita.'
Questo episodio accadde molti mesi prima della dichiarazione ufficiale alla stampa della sua malattia e dissi: 'Se faccio questo per te, Freddie, e ti procuro la cocaina che vuoi, metto a rischio il mio hotel, il mio sostentamento e la possibilità di rimanere su quest'isola che è ormai casa mia...tutto.'
'Capisco quello che vuoi dire, Pike, ma puoi aiutarmi?'
'Beh, Freddie, io ti ammiro immensamente, sei molto bravo in quello che fai, la tua voce ha emozionato il mondo, con tutte le tue ottave. Ti aiuterò.'
Accettai di occuparmene per lui. Era un buon cliente e stava morendo.
Non volevo guadagnarci sopra, non lo facevo per soldi.
Rendere felice Freddie era ovviamente un buon affare. Avrei potuto metterlo in contatto direttamente con ragazzo del posto ma volevo evitare gli intermediari e limitare il numero di persone che avrebbero saputo a chi era destinata.
Andai a trovare il mio nemico, il capo della polizia.
Dissi: 'Vorrei denunciare un crimine.'
'Che crimine?'
'Beh, non è ancora stato commesso'
'Di cosa stai parlando Senor Pike?'
'Beh, sto per fornire della cocaina ad uno dei miei ospiti.'
'Beh, questo è interessante perché sei consapevole che se lo fai possiamo spedirti dritto in prigione.'
Può sembrare una cosa strana da fare ma sentivo di non avere scelta perché ero sorvegliato tutto il tempo. Pensavo di metterli alla prova. Ad Ibiza ogni tanto è meglio giocare d'anticipo. In poche parole mi fu detto di essere prudente e mi mandarono via.
Per le due settimane successive me la sono fatta addosso e penso ancora che fossi sotto controllo ma non ho mai avuto riscontri. Non stavo una compiendo una grossa operazione di traffico di droga.
Mi stavo solo occupando di un'importante ospite.
Quando riferii a Freddie ciò che avevo fatto disse: 'Pike, non smetti mai di stupirmi?'
Ci sono molti momenti memorabili nella storia del Pikes, eventi significativi e ospiti illustri che hanno contribuito a dare forma e prestigio all'hotel, ma il patrocinio di Freddie esemplifica il motivo per cui il Pikes fu un successo.
Come molte star, Freddie richiedeva molte attenzioni ma posso sicuramente dire che era il più grande uomo che abbia mai incontrato in vita mia. Un carattere affascinante. Consideravo Freddie un amico, e non potrei dire la stessa cosa di tutte le celebrità che ho incontrato.
Freddie chiamava il Pikes la sua seconda casa ed era un complimento enorme da una star del suo calibro e qualcuno che aveva viaggiato in tutto il mondo.
Nel frattempo, Feebie (intendeva Peter Freestone detto Phoebe?), nel suo libro spiega Freddie Mercury:
Freddie amava il posto (Ibiza) e alloggiava sia a casa di Roger che al Pikes Hotel sulle colline appena fuori San Antonio. Niente zoticoni ubriachi al Pikes, solo zoticoni da champagne.
Durante una delle sue visite all'hotel Tony convinse Freddie a fare un giro sul suo motoscafo, di cui si vantava per essere il più veloce dell'isola. Fu senza dubbio un'esperienza.
La giornata fu alla fine rovinata quando Tony Pike presentò il conto a Freddie per l'uscita che, per il modo in cui era stato invitato, non si sarebbe mai aspettato.
Pensava che Tony stesse scherzando.
Ogniqualvolta qualcuno dei suoi amici pensava di alloggiare al Pikes gli diceva: 'Delizioso, caro. Posto incantevole, solo stai attento se ti chiede di uscire sul quel fottuto motoscafo!'
'Troppo caro?' Che faccia tosta! Non credo che il noleggio del jet privato a Freddie fosse gratis.
Comunque poteva tranquillamente permettersi di coprire il costo di un giro sulla mia imbarcazione, quello è sicuro.
Solo non mi piaceva usare la parola 'budget'.
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