Nella bella intervista rilasciata da Jer e Kashmira Bulsara in occasione della premiazione agli Asian Awards del 2011, di cui vi abbiamo offerto la consueta traduzione, si fa spesso riferimento alle origini culturali e religione di Freddie. Il tema della fede praticata da Freddie pensiamo sia tra i meno esplorati della vita del cantante. Con l'articolo che segue proviamo a gettare un po' di luce su un argomento affascinante e, come capirete leggendo le pagine che seguono, anche oscuro.
Fino alla sua morte avvenuta nel 1991 Freddie Mercury è stato considerato dai media e da buona parte dei suoi fans un vero e proprio mistero, a partire dalle sue origini, complice anche il fatto che lo stesso Freddie non ha mai amato raccontarsi troppo davanti alle telecamere o ai taccuini dei giornalisti. Anzi, si potrebbe dire che ha sempre fatto di tutto per mantenere ben distinte le due dimensioni che lo contraddistinguevano, ovvero quella artistica e quella privata.
Ma è soprattutto il suo passato ad aver costituito da sempre un autentico enigma, quasi che con il cambio di nome, deciso praticamente in concomitanza con il suo trasferimento a Londra, Freddie abbia voluto nascondere Farookh.
Con la tragedia della sua morte i riflettori si accesero non solo nell'ottica retrospettiva sulla sua carriera, ma anche su una vita e un passato che ora potevano essere esplorate.
Così, passo dopo passo, i giornalisti e i fans hanno iniziato a scoprire chi fosse davvero Freddie Mercury, imparando a conoscerne alcuni aspetti fino ad allora poco noti.
Complici anche alcune pubblicazioni, molte delle quali dobbiamo dirlo di cattivo gusto, è stata soprattutto la sua vita sessuale a finire sotto l'impietosa lente dei media, oltre che il suo rapporto mai confermato con la cocaina, assieme alla sua storia con Mary Austin e, naturalmente, il legame con gli altri tre Queen.
La sua infanzia e l'adolescenza, invece, sono stati rivelati attraverso The Untold Story, uno dei documentari più belli mai realizzati sulla vita di un artista. Non mancano poi le interviste rilasciate dai Queen stessi, anche in tempi recenti, che senza dubbio hanno offerto nuovi spunti di riflessione sia sul Freddie artista che sull'uomo.
Ma oltre tutto questo, c'è un tema che finora è rimasto inesplorato che potrebbe rivelare nuove chiavi di lettura sullo stesso Freddie e la sua musica. Ci riferiamo alla sua religione, l'antichissimo Zoroastrismo, che in molti avranno sentito nominare per la prima volta proprio in occasione del suo funerale, che si svolse seguendo i riti imposti da questa fede.
Le pagine che seguono, pur non volendo costituire un trattato religioso, vogliono provare a raccontare una fede che, se confrontata con alcuni dei temi che stanno alla base delle canzoni scritte da Freddie, può essere vista come una delle sue maggiori fonti di ispirazione. Il fatto poi che il suo stesso funerale sia stato officiato con rito zoroastriano è la conferma che, pur avendo condotto uno stile di vita eccentrico e spesso sopra le righe, Freddie deve aver ripreso infine quel filo di fatto mai spezzato con il suo passato, recuperando quel senso di appartenenza ad un credo che inevitabilmente conforta e accompagna gli ultimi passi della vita di un uomo.
Naturalmente non siamo degli storici e solo in occasione di questo articolo davvero sperimentale abbiamo voluto svestire i panni ben più comodi del fan. Tuttavia speriamo di essere riusciti nell'intento di illuminare, con umiltà e rispetto, un ambito davvero personale della vita del nostro amato Freddie.
Come detto, dell'infanzia e dell'adolescenza di Freddie sappiamo ben poco, nonostante The Untold Story abbia rivelato alcuni degli aspetti più rilevanti di quel periodo.
Tuttavia possiamo facilmente intuire che il piccolo Freddie ricevette un'istruzione di carattere religioso, come normalmente accade finché sono i genitori a rappresentare la guida per i propri figli in un terreno non sempre semplice come quello della fede.
La cultura zoroastriana, di cui tra breve forniremo alcuni cenni di carattere storico, non prevede riti particolarmente significativi per la nascita (così come per il matrimonio). Il primo passaggio davvero importante avviene attorno ai 7 anni, quando maschi e femmine fanno il loro formale ingresso nella dimensione religiosa attraverso un particolare rituale.
Ma procediamo per gradi. La fede zoroastriana è probabilmente una delle più antiche del modo. Secondo alcuni studiosi risalirebbe addirittura al 6000 a.c., anche se stime più prudenti indicano come l'inizio più probabile il 3000 a.c.
Come spesso accadeva in quelle epoche così remote, anche questa religione prese le mosse all'interno di comunità dedite prevalentemente alla pastorizia, svolta in particolare lungo gli altipiani dell'antica Persia, l'attuale Iran.
È proprio in quei territori che Zoroastro inizò a diffondere i propri insegnamenti, sebbene ancora oggi ci siano forti dubbi sull'effettiva terra che diede i natali al Profeta. Secondo alcune tradizioni, infatti, Zoroastro sarebbe nato in Afghanistan e non in Persia.
Il dato più rilevante è rappresentato dal fatto che con tutta probabilità Zoroastro fu il primo a diffondere l'idea di un unico dio. Dato davvero sensazionale se si pensa che i suoi contemporanei credevano ciecamente in una dimensione spirituale caratterizzata da una molteplicità di divinità.
Per molti studiosi questa religione dovrebbe addirittura essere considerata come l'origine delle tre grandi fedi monoteistiche. E, in effetti, sono tanti gli elementi che fanno ritenere questa idea qualcosa di più di una semplice speculazione. In particolare, secondo i musulmani, i seguaci di Zoroastro altro non furono che i primi seguaci di Allah. Ma nemmeno mancano evidenti richiami alla cultura cristiana, come vedremo nel prosegui di questo articolo.
Torniamo ora al piccolo Farroukh. Il suo primo vero contatto con i dogmi e i riti zoroastriani avvenne attorno ai sette anni, età nella quale i seguaci di zoroastro vengono iniziati al culto di dio, chiamato Ahura Mazda, letteralmente fonte di luce, bontà e verità.
Al giovane Freddie fu fatta indossare la camicia sacra, detta sedra, mentre attorno alla vita gli venne avvolta per tre volte il kusti, un cordone sacro a simboleggiare il suo legame con dio.
Come detto, la fede zoroastriana è monoteistica ma, in linea con le altre grandi religioni, contempla anche altre entità minori. La più rilevante è Angra Mainyu, una sorta di diavolo ante-litteram, l'esatto opposto di Ahura Mazda. Nella cultura zoroastriana le due divinità così contrapposte vengono identificate con i concetti di luce e tenebra, un tratto che spesso è emerso nella carriera artistica dello stesso Freddie. Il bianco e nero, in effetti, è spesso presente nei lavori dei Queen: basti pensare a come fu concepito Queen II (lato bianco e lato nero, invece dei canonici side a e b). Ma anche il video di Living On My Own presenta la medesima caratteristica, con le immagini riprese durante la festa di compleanno di Freddie, per la quale il cantante impose abiti in bianco e nero per tutti gli ospiti.
Non abbiamo prove sufficienti a dimostrare che questa ipotesi corrisponda al vero, tuttavia un altro elemento a sostegno dell'idea che il culto zoroastriano abbia avuto una certa influenza sulla musica di Freddie è presente anche nei testi di molte sue composizioni, specie in quelle della prima decade di carriera dei Queen.
L'indizio più evidente è rappresentato dalle criptiche liriche di Mustapha, composte da Freddie nell'antico dialetto dei Parsi, una comunità indiana che oggi conta circa 30.000 fedeli, emigrati dall'Iran quando quelle antiche terre subirono la conquista e il dominio musulmano.
Altri elementi sono evidenti nei testi scritti da Freddie per i primissimi album dei Queen. Se da un lato appare palese l'influenza della letteratura fantasy, in particolare del maestro assoluto del genere J.R.R. Tolkien (l'autore de Il Signore degli Anelli), il costante riferimento alla lotta tra il bene e il male appare qualcosa di più di una semplice scelta stilistica. Semmai certe liriche appaiono come il retaggio degli insegnamenti dei cosiddetti Avesta, i testi sacri che raccolgono le orazioni che Zaratustra fece al suo popolo, imperniate sull'eterna lotta tra il bene e il male, la luce e l'oscurità.
In tal senso appaiono rilevanti, perché espressione di quel lato oscuro descritto negli Avesta, personaggi certamente negativi come il Grande Re Topo, L'Orco di The Ogre Battle o la stessa Regina Nera, contrapposta alla dama bianca raccontata in White Queen, senza dimenticare il Re dei Sette Mari protagonista di Seven Seas Of Rhye. Una vera e propria cosmogonia di personaggi, in bilico tra il puro racconto fiabesco (o fantasy) e la rappresentazione del male in senso lato.
Come tutte le religioni nate in epoche in cui l'uomo viveva a stretto contatto con la natura, anche lo zoroastrismo si caratterizza di una forte simbologia legata proprio ad elementi naturali, spesso presenti anche in alcune canzoni scritte Freddie Mercury per i Queen.
L'elemento forse più evidente è contenuto proprio nel logo che il cantante ideò per rappresentare la band. Al di là della presenza dei segni zodiacali dei quattro membri del gruppo, a dominare la rappresentazione grafica è la Fenice, il mitico uccello di fuoco che risorge in cicli infiniti dalle proprie ceneri.
Una scelta a nostro avviso non casuale e dettata dalle reminiscenze religiose di Freddie, in quanto nello zoroastrismo le figure alate rivestono un ruolo assai importante per il credente.
Uccelli dal folto piumaggio, infatti, sono tipici della tradizione zoroastriana e rappresentano la purezza, nonché i concetti di pensiero e azione. Una sorta quindi di dichiarazione di intenti in forma figurata, un modo forse per rappresentare i Queen non come una band tra le tante, ma come un progetto di pura arte, orientato al raggiungimento dei propri obbiettivi. E sappiamo bene quanto Freddie credesse nella band e nella possibilità di conquistare il mondo della musica.
Della fenice non si può tralasciare anche il suo significato più classico, ovvero la capacità di trasformarsi rinascendo dalle proprie ceneri. In tal senso è molto probabile che Freddie abbia voluto offrire una rappresentazione grafica della sua visione dei Queen e della musica che intendeva realizzare, costantemente in evoluzione e trasformazione stilistica. Del resto ogni nuova canzone scritta da Freddie e, più in generale, ogni nuovo album dei Queen ha costituito una sorta di rinascita dalle ceneri del precedente. Spazzato via tutto quanto fatto l'anno precedente, i Queen erano sempre pronti a cimentarsi in territori musicali completamente differenti. In tale ottica la fenice sembra essere un simbolo fortemente evocativo.
Da ultimo, vogliamo anche ricordare come la fenice sia diventata il simbolo dei nuovi Queen, quelli generati dalla collaborazione con Paul Rodgers. L'immagine della fenice che si ricompone nelle fiamme, infatti, ha caratterizzato le scene proiettate durante i loro concerti alla fine dell'esecuzione di Bohemian Rhapsody. E del resto i Queen, nonostante la morte di Freddie e la defezione di John Deacon hanno continuato ad essere una band viva e vitale, con la straordinaria capacità di dominare i mercati e le classifiche anche quando la loro storia poteva considerarsi conclusa. Album come Made in Heaven e i dischi successivi al 1991 altro non sono, a nostro avviso, che la personificazione della fenice che risorge nonostante tutto.
Oltre alla già citata fenice, in alcune delle prime composizioni di Freddie è possibile individuare ulteriori riferimenti sia alle creature alate tipiche dello zoroastrismo, che ad un altro elemento forse ancora più importante – specie per i riti funebri – ovvero l'acqua.
Per quanto riguarda i primi, in My Fairy King ritroviamo ben tre riferimenti a figure alate. Nel testo del brano infatti si può leggere: “Nelle terre dove i cavalli nascono con ali d'acquila”. Oppure: “I draghi volano come passeri nell'aria”. E, infine: “Il mio Re delle fate domina l'aria e governa le maree.”
In The March Of The Black Queen possiamo poi leggere di “bambini acquatici (che) cantano nella delizia di un candido specchio d'acqua”, mentre il riferimento all'acqua (simbolo potente della fede zoroastriana, essendo l'elemento capace di purificare) è predominante nel racconto che Freddie fa in Seven Seas Of Rhye (I sette mari di Rhye). Ma la canzone di Freddie che più di tutte rivela l'importanza o comunque la presenza nella sua vita di un certo sottofondo religioso è Mustapha, scritta addirittura in lingua Parsi, l'antico dialetto originario proprio di quella Persia dove il cutlo di Zoroastro ebbe origine..
Ad ogni buon conto, va detto che soprattutto i primi testi scritti da Freddie furono certamente influenzati anche dalla letteratura fantasy, in particolare dal Signore degli Anelli di Tolkien. Pertanto non si può non tenere conto anche di questo aspetto nel provare ad interpretare le sue canzoni e le immagini simboliche in esse contenute.
Sebbene Freddie sia stato in vita estremamente restio a raccontare se stesso, tanto da risultare spesso un vero e proprio enigma, l'analisi delle sue canzoni qualcosa può dirci circa il suo mondo interiore.
Dopo i primi tre album dei Queen, nei quali come si è visto i testi di Freddie risentivano certamente delle sue letture fantasy e dei retaggi religiosi appresi nei primi anni di vita, in seguito l'accento si spostò su altri aspetti dell'esistenza, in particolare sulla ricerca dell'amore.
Spesso il sentimento di cui Freddie cantava somigliava molto ad una sorta di invocazione rivolta ad un'entità superiore, come avveniva sia in Liar (“Ho peccato Padre”) che in Somebody To Love (“Signore che mi stai facendo?”; “Mi inginocchio e inizio a pregare Dio”).
La figura di Dio, addirittura del Gesù cristiano, è poi presente sia in Jesus (sebbene questo pezzo nacque praticamente a quattro mani quando i Queen assistettero ad una processione innanzi ad una chiesa), che in Bicycle Race (“Tu dici Signore, io dico Cristo”, “Tu dici imposta sul reddito, io dico Gesù”).
A prima vista riferimenti così marcati alla figura di Cristo potrebbe indurci nel ritenere che Freddie avesse in qualche modo abbandonato l'iniziale fede zoroastriana per avvicinarsi al cristianesimo. Tuttavia la figura di un Salvatore è predominante anche negli insegnamenti di Zoroastro, tanto che per molti studiosi è proprio in questa religione che avrebbe trovato humus fertile gran parte della dottrina costruita attorno alla figura di Gesù dalla Chiesa istituzionalizzata da Costantino. Anche il Salvatore zoroastriano, infatti, sarebbe dovuto nascere da una vergine, morire e risorgere per poi tornare nel mondo alla fine dei tempi per giudicare i peccati degli uomini.
Pertanto le citazioni che Freddie fa rispetto alla figura di Gesù non sono in contrasto con la sua religione. Semmai potrebbero anche rappresentare una citazione “indotta” dall'assimilazione della cultura occidentale cui fu sottoposto quando la sua famiglia si trasferì in Inghilterra.
Allo stesso modo può essere interpretato un altro passaggio, stavolta tratto da Funny How Love Is, nella quale Freddie canta: “Buffo come l'amore sia caduto in rovina con Adamo ed Eva”. Anche in questo caso, infatti, la figura mitologica di una prima coppia di essere umani cui fu donato il mondo fa parte dei testi sacri che raccolgono gli insegnamenti orali di Zoroastro.
Quando nel Novembre del 1991 i media internazionali seguirono le cronache relative alla morte di Freddie, grande fu il riserbo di chi gli era stato accanto fino all'ultimo nel raccontarne le ultime ore di vita.
Particolarmente oscuro furono soprattutto il funerale e la successiva inumazione del corpo, complice anche la rivelazione, ignorata fino a quel momento da molti, che il cantante fosse seguace di una religione così “misteriosa” come lo zoroastrismo.
Di quella funziona non sappiamo praticamente nulla e le uniche immagini disponibili mostrano l'ingresso dei Queen e di pochi intimi amici nella cappella scelta per svolgere il rito.
Per concludere questa nostra analisi proviamo quindi a raccontare il funerale di Freddie supponendo che si sia svolto nel solco delle prescrizioni tradizionali.
A differenza di quanto avviene nelle religioni occidentali, il rito zoroastriano non ha solo lo scopo di permettere ai congiunti di congedarsi dal defunto, ma anche quello di garantire tanto al corpo quanto all'anima del defunto stesso la necessaria purificazione per garantirne l'accesso in paradiso.
A tale scopo la salma di Freddie fu avvolta in un sudario di cotone e trasportato su un catafalco di ferro dopo che i sacerdoti officianti ebbero recitato le preghiere rituali.
Nella tradizione più antica, il corpo doveva essere lasciato su vere e proprie torri allo scopo di permettere al corpo di essere consumato dagli agenti atmosferici, ciò in quanto una inumazione nella terra avrebbe contaminato il sottosuolo, considerato sacro e quindi inviolabile dalle conseguenze della decomposizione.
Oggi, non essendo ovviamente possibile questo tipo di rituale, è tollerata sia la cremazione che l'inumazione in sepolcri di cemento, in modo da impedire la contaminazione della terra. Non sappiamo con certezza quale delle due soluzioni fu applicata per Freddie, ma le indiscrezioni più fondate parlano di cremazione con successiva dispersione delle ceneri, probabilmente sulle acque del lago di Montreaux che fece da sfondo agli ultimi anni di vita del cantante. E anche questo “ritorno all'acqua” potrebbe avere una valenza religiosa significativa.
Durante il rito funebre, anche i partecipanti devono assoggettarsi alla purificazione e vi provvedono effettuando delle abluzioni in acqua, spesso limitate per comodità alla sola immersione delle mani in una fonte del tutto simile a quelle che possiamo ritrovare anche nei templi cristiani.
Come puntualizzato più volte nelle pagine precedenti, vi abbiamo proposto una ricostruzione che non vuole essere conclusiva o avere la pretesa del trattato.
I vari parallelismi e le interpretazioni religiose e musicali sono solo il frutto di un'ipotesi che, pur partendo argomentazioni di tutto rispetto, resta pur sempre un mero ragionamento personalmente, quindi suscettibile di critiche e contro-analisi che vi invitiamo a fare sul nostro Forum.
In generale ci sembra di poter dire che Freddie, anche contrariamente a quanto è spesso trapelato dalle sue dichiarazioni e ancor di più dal suo stile di vita, avesse in sé un sentimento religioso fortemente radicato, che non ha mancato di influenzarne la scrittura creativa.
La scelta finale poi di congedarsi dal mondo con lo svolgimento dei riti tipici della sua religione ci convincono che, pur non essendo stato certamente “un uomo di fede”, non ha mai dimenticato le proprie origini.
Ci piace pensare, in conclusione, che alla fine della sua vita Freddie si sia voltato indietro per ricongiungersi al piccolo Farroukh e che insieme abbiano percorso i pochi passi che li separavano da una bellissima luce, finalmente ricongiunti in quell'amore da sempre cercato.
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