Ingegnere e produttore Reinhold Mack è conosciuto fondamentalmente per i suoi lavori di ingegneria sonora e produzione della leggendaria rock band Queen e per i suoi lavori con gli Extreme e i Black Sabbath. In questa intervista parla del lavorare coi Queen, i suoi creativi modi di usare la tecnologia e i nuovi progetti con i SBB, Liquidmeat e Julian Mack. In questa intervista, tradotta dalla nostra amica Miky, Mack parla brevemente della sua esperienza con i Queen.Secondo noi, Mack è stato troppo sottovalutato. I suoi lavori, che possono non piacere o meno, ovviamente, ed il suo stile, hanno a nostro avviso permesso ai Queen di rinnovarsi e di passare indenni i primi anni 80, a differenza di molti altri gruppi che invece hanno patito l'avvento dei Synth e della musica pop.
Il suo stile, forse troppo futurista per l'epoca, ha accompagnato la registrazione di tre album Queen e del disco solista di Freddie. Noi di queenheaven adoriamo il lavoro di Mack ed il suo stile, minimalista rispetto alle prime registrazioni del gruppo, ma comunque valido, adatto ai tempi e per certi versi precursore di Jackson. Riteniamo Hot Space inoltre una gemma, forse non supportata da un adeguato arrangiamento e cura dei particolari, come invece avremmo preferito e ci saremmo aspettati dai Queen.
Siamo convinti che se Hot Space fosse uscito anche solo l'anno successivo, avrebbe sbancato.
L'intervista è stata tradotta solo per la parte relativa ai Queen.
Quello che ne esce è un racconto forse un pò critico del modo di registrare con i Queen ed una valutazione orgogliosa del proprio lavoro e del suo ruolo in studio di registrazione.
Dicci come hai iniziato a lavorare con i Queen?
Uno scherzo, stavo lavorando a Los Angeles con Gary Moore a quel tempo. Un giorno stavo pranzando con Giorgio Moroder, lui mi menzionò le chiacchere secondo cui io avrei dovuto andare a Monaco per lavorare coi Queen, il che per me era una novità . Dopo aver chiamato gli studi a Monaco ero in un dilemma. Nessuno sapeva nulla delle sessioni: quindi mi immaginavo che avrei intrapreso questa avventura. Nel peggiore dei casi- con la perdita di una settimana e di un biglietto- non avrei guadagnato o perso nulla, fortunatamente andò tutto abbastanza bene.
Nel tempo in cui hai iniziato a lavorare coi Queen erano una band con un sound ben definito e un approccio altrettanto ben definito. Come sei riuscito ad inserirti nei Queen come "nuovo arrivato" nella band in uno studio di registrazione?
Non completamente.
Erano fermi nei loro modi come una sorta di prigionia. Il loro credo era: "questo è come siamo abituati a fare le cose". Inizialmente editare le canzoni insieme in un tape di 2 inch era già un poco particolare. Muovere le registrazioni rapidamente in un tape può provocare problemi nella memorizzazione, perdendo sia l'inizio che la fine. E nessuno aveva 2 o 3 macchine a 24 canali in giro per assemblare tutte le registrazioni. Comunque ci volle un bel pò di tempo per convincere i signori a cullare l'idea di registrare durante le sessioni.Spingi durante i vocalizzi vero? Si, ma mmmmm non lo so, come facciamo a sapere dove siamo? Stai indossando le cuffie ora mentre stai registrando giusto? Dopo questa proposta andò bene e fu approvata come "non così male", il lavoro diventò più facile. Io avevo il vantaggio di essere quello delle decisioni più facili a confronto della band. Potevo sempre provare le cose mentre gli altri ponderavano dettagli delicati
Com’era la tua relazione lavorativa con la band?
Abbastanza rilassata. La band era appena tornata da un tour in Giappone e aveva ancora del tempo da perdere prima di tornare in Inghilterra. Quindi caddi al momento giusto nel posto giusto. Il progetto non iniziò propriamente come un album. Era solo una prova e una-due settimane di sessioni. La prima canzone che provammo fu CLTCL, Freddie prese una chitarra acustica e disse: "presto, facciamolo prima che arrivi Brian". Circa 6 ore dopo la canzone era fatta, l’assolo di chitarra venne registrata in seguito. Brian mi odia ancora per avergli fatto usare una Telecaster per questa parte. Venne fatto uscire un singolo prima dell’album e andò al numero 1. Il che logicamente aiutò moltissimo per ispirare confidenza e le relazioni di lavoro in modo incredibile
Cosa pensi di aver portato nella loro musica che era nuovo o distintamente tuo?
Più grande, più azzardato, migliore direi. Tentando di sperimentare molto, usando la tecnologia creativamente. Another One Bites The Dust, prima di tutto, è costruita su un giro di batteria. C’era il riff principale e un insieme di note di piano di sottofondo, crash di cimbali e claps, alcuni frammenti di chitarra. Materiale che tutti hanno nella loro biblioteca di campionamenti in questi giorni. Sarebbe stato compatibilmente facile da costruirla oggigiorno, se hai la musa giusta al primo posto. Lìidea era che il meno sarebbe stato il più e funzionò abbastanza bene. La band non aveva mai contemplato di registrare in questo modo, mai
Una delle caratteristiche per definire i Queen è sempre stato il loro eclettismo, le canzoni dei Queen potrebbero essere sia storie romanzate che inni da stadio. Quali sfide ti si sono presentate come produttore?
La diplomazia. C’erano due modi di scrivere canzoni: Freddie e Brian. Freddie era semplice. Io e lui la pensavamo sulla stessa lunghezza d’onda e gli ci volevano circa 15-20 minuti per uscire con qualcosa di assolutamente brillante. D’altra parte Brian sarebbe uscito con qualcosa di grandioso, ma si perdeva completamente in dettagli insignificanti dopo tutto quello sfogo di creatività. Mantenere l’obiettivo e la direzione era difficile nel migliore dei casi con questo mix di personalità . Avere una canzone finita era l’obiettivo primario, non uno scherzo
C'è una canzone dei Queen o un album di cui ti senti particolarmente orgoglioso?
L’album Hot Space. Era circa 9 mesi in ritardo rispetto a quando doveva essere pubblicato. Decisamente sottovalutato, molto high tech. Raramente qualcuno suonò in presa diretta. Uno sforzo notevole. Quasi pochissime cose vennero modellate dopo gli esperimenti stilistici delle canzoni di Hot Space.