l'autore ci parla del libro dedicato ai queen
Nell'Ottobre 2011 è uscito, per ora solo sul mercato anglosassone, una nuova biografia sui Queen, recensita anche sul sito ufficiale della band.
L'autore, Mark Blake, è un'apprezzato giornalista e scrittore, che fin dal 1988 ha prestato la propria collaborazione a numerose testate, tra cui Q, The Times e Mojo.
Nel 2007 ha pubblicato una biografia molto apprezzata dai fans e interamente dedicata alla storia dei Pink Floyd. L'anno successivo si è poi cimentato nel racconto della biografia di Keith Richards.
Questo nuovo volume rappresenta sicuramente un testo molto interessante per tutti i fans dei Queen. A differenza delle numerose pubblicazioni finora uscite, questo volume ha infatti il pregio di presentare la storia della band attraverso le interviste che l'autore ha fatto ad alcuni personaggi legati ai Queen, senza che i membri della band, pur essendo informati della realizzazione del libro, abbiano interferito con la stesura stessa.
Il risultato è certamente un'opera di grande valore, soprattutto per tutti coloro che volessero approfondire i primi anni di carriera del gruppo.
Nell'intervista che segue, Mark Blake risponde ad alcune domande che chiariscono il contenuto del suo libro e ci fanno augurare che nel 2011 possa arrivare anche una traduzione italiana.
D: Questa biografia è focalizzata sulla vita dei quattro membri dei Queen fino ai giorni nostri o, piuttosto, è incentrata su una particolare fase della loro carriera?
MB: E' focalizzata su loro quattro, dai loro primi giorni fino al presente. Ma il tema principale è il periodo che hanno trascorso nei Queen, gli anni gloriosi della band e il periodo immediatamente precedente alla formazione del gruppo, quando erano ancora degli studenti impegnati a suonare con le band collegiali. Il libro cerca di capire le loro rispettive individualità e il modo con cui divennero assieme i Queen.
D: E' una biografia autorizzata o no? E quali sono le differenze tra una biografia autorizzata e una non autorizzata?
MB: Non è autorizzata, ma molti degli intervistati con cui ho avuto modo di parlare hanno contattato Brian May e Roger Taylor prima di accordarmi il loro benestare a rispondere alle mie domande. La differenza più rilevante tra una biografia autorizzata e una senza permessi è che i testi autorizzati sono spesso edulcorati, perché gli artisti hanno un'immagine da difendere e mantenere. Ad esempio, spesso viene concordato l'elenco delle persone che possono essere intervistate.
D: E' vero che i Queen hanno sempre avuto dei rapporti molto difficili con la stampa? Puoi descriverci questo loro particolare aspetto?
MB: Si, penso che soprattutto all'inizio della loro carriera abbiano avuto un pessimo rapporto con la stampa. Durante le mie ricerche per il libro, questo aspetto è emerso in modo evidente. I Queen erano fondamentalmente una creatura figlia degli anni Settanta, non dei Sessanta. Erano apertamente ambiziosi, in un'epoca nella quale gli altri artisti loro contemporanei pretendevano di non esserlo: loro erano vivaci, non si nascondevano e non negavano di voler ottenere successo e denaro. E questo portò il rancore della critica, in un momento nel quale erano ancora predominanti le idee e i valori tipici degli anni Sessanta.
C'è un episodio che riguarda Brian May, quando andò a vedere il film di Woodstoke, nel quale spiega che vedere artisti come i The Who o Hendrix lo facesse sentire lontano da tante altre band. Io penso che alcune delle critiche mosse ai Queen fossero valide. Purtroppo molte di queste generarono danni irreversibili. Mi piace intervistare Brian May e Roger Taylor, ma è complicato farlo se non riesci a dimostrare le tue buone intenzioni.
D: Il fatto che Roger Taylor è cresciuto in Cornovaglia è noto a tutti. Ma la circostanza che lui abbia prima suonato in quella regione come teenager e successivamente come membro prima degli Smile e poi dei Queen non è una cosa così nota...
MB: La Cornovaglia è molto importante nella storia di Roger Taylor, ma lo è anche in quella degli Smile e degli stessi Queen.
Dalle interviste che ho realizzato, è emerso che la Cornovaglia è stata la casa di entrambe le band, un luogo nel quale hanno potuto fare pratica, lontani dagli occhi curiosi di Londra.
C'è anche un grande aspetto sociale dei tour che videro gli Smile prima e i Queen poi protagonisti in Cornovaglia. Gli Smile sfruttavano una cerchia di amicizie, tutte legate ai college dove Brian May, Roger Taylor e Tim Staffell studiavano. Uno degli intervistati che ho contattato per questo libro è Richard Thompson, che ha suonato sia con Brian May che con Mercury e mi ha raccontato che nel 1969 ha segutio lo sbarco dell'uomo sulla Luna dalla televisione della madre di Taylor, nella loro casa di Truro.
I Queen suonarono nel loro primo concerto alla City Hall di Truro il 27 Giugno del 1970. Lo show fu presentato con un annuncio nel quale si faceva ancora riferimento al nome degli Smile e fu la prima occasione nella quale si esibì alla voce Freddie Mercury, il che è la ragione per la quale i Queen hanno sempre considerato questo il loro primo concerto.
D: Ho letto che nel libro hai anche avuto modo di intervistare John Anthony, che fu il primo ingegnere del suono che collaborò alla realizzazione del primo album dei Queen. Questo è un contributo importante perché Anthony non aveva mai rilasciato interviste prima di adesso. Ci sono anche altri personaggi nel tuo libro con dichiarazioni nuove?
MB: John Anthony ha acconsentito ad essere intervistato dopo svariati mesi di gentile persuasione da parte mia. John è un grande narratore, nonché uno che conosce le cose nel profondo. Ha prodotto alcuni brani degli Smile (infatti fu anche coinvolto in una rissa durante uno show della band, nella quale si difese con l'asta del microfono da alcuni arrabbiati spettatori locali!), e ha co-prodotto il primo disco dei Queen. John è stato eccellente nel descrivere il periodo di transizione che gradualmente trasformò gli Smile nei Queen, ed ha anche raccontato alcuni grandi aneddoti riguardati i primi tour degli stessi Queen, quando ancora non erano erano abituati ad essere una vera e propria band. Non mancano nemmeno dei suoi racconti su quanto unico fosse Freddie Mercury come frontman.
Per questo libro mi sono anche impegnato a contattare delle persone mai intervistate prima, tra cui i primi amici di Freddie quando si trasferì in Inghilterra, conosciuti durante un concerto di Rod Stewart alla Eel Pie Island. Ho incontrato poi Doug Bogie, detto Doug X, che fu il bassista che i Queen cacciarono dopo appena due concerti; c'è poi Chris Smith, che suonò le tastiere con gli Smile, fu il primo co-autore di Freddie Mercury e fu testimone di un alterco tra Freddie e Brian May a proposito di un vassoio di tartine alle mandorle!
D: I Queen registrarono We Are The Champions nello stesso studio e nello stesso momento in cui i Sex Pistols incidevano il loro Nevermind The Bollocks. E' corretto?
MB: Entrambe le band usarono i Wessex Studios, nel nord di Londra. Brian May e Roger Taylor hanno raccontato di questo incontro in un'intervista apparsa nel 2008 su Mojo. Non ne ricordano esattamente i dettagli, ma l'aneddoto più popolare è quello che riguarda il momento in cui Sid Vicious chiese a Freddie se intendessero portare il balletto alle masse, domanda alla quale Mercury rispose dicendo: “Proveremo a fare del nostro meglio, Mr. Ferocious caro.”
Penso che questo episodio sia effettivamente avvenuto, come mi ha confermato più tardi Peter Hince, che era il roadie dei Queen che, comunque, ha specificato che il primo incontro tra le due band avvenne in realtà un anno prima, quando i Queen stavano realizzando A Day At The Races.
D: I Queen sono diventati anche famosi per le loro feste stravaganti.
Sono avvenute davvero? Te lo chiedo perchè gente come Brian May e John Deacon sono talmente riservati e intellettuali che non mi sembrano i tipi adatti a simili eventi...
MB: Questi party stravaganti ci sono stati per davvero, ma un po' di mitologia si è sviluppata attorno ad essi negli anni. La loro festa più nota è quella del 1978 di New Orleans. Questa è l'occasione in cui si suppone vi fosse anche cocaina a volontà. Tuttavia ho avuto modo di parlare con svariate fonti e nessuno mi ha confermato questa circostanza. Uno dei capi della EMI, Bob Mercer, ha raccontato alcuni meravigliosi aneddoti a proposito di quel party, e sono sicuro che anche Brian e John si siano presi la loro parte di divertimento. Ma gli animali da festa era soprattutto Freddie Mercury e Roger Taylor. Nel mio libro racconto di una festa lesbo a Parigi e di un altro party che si tenne in Germania con numerose prostitute. Non sono sicuro di chi fece cosa, ma di sicuro nessuno rimase da solo in quell'occasione.
D: In conclusione, come puoi spiegare il successo dei Queen?
MB: Credo sia semplicemente l'effetto della loro musica e il fatto che abbiano avuto un fantastico frontman.
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