Il sintetizzatore, come strumento musicale, inizia a prendere il sopravvento nella musica moderna a partire dalla seconda metà degli anni '60, grazie al genio di Bob Moog, inventore del primo e indimenticato Moog Modular che andava ad affiancarsi agli unici strumenti elettrici a tastiera già esistenti: pianoforti elettrici o organi come Farfisa, Hammond, Wurlitzer o Rhodes.
Il primo incontro ravvicinato fra i Queen e il moog modular avvenne nei primissimi anni '70, quando la band era già composta dalla sua line-up definitiva. Il problema è che i nostri non furono minimamente impressionati dalle potenzialità di questa grande invenzione. Stando a ciò che disse John Deacon in un'intervista anni dopo, scopriamo che non fu assolutamente di loro gradimento questo 'coso' che emetteva suonacci non avvicinabili a nulla di musicalmente orecchiabile.
Neanche nuove invenzioni come il Mellotron, uno dei primi emulatori orchestrali, furono bene accette in quanto i suoni che emettevano erano ancora molto scarni.
Il problema, parlando un po' piu tecnicamente, era che ai Queen non andava giù la monofonia di questi strumenti, soprattutto del moog.
Cos'è la monofonia?
In breve e semplicisticamente, è la possibilità di poter suonare esclusivamente una sola nota alla volta, per fare un banale esempio, è impossibile suonare un accordo, se si prova a suonare anche due sole note insieme, una delle due si annullerà . E questo non garantiva ai Queen quel sound corposo che invece cercavano!
Infondo, dobbiamo dirlo, i Queen non avevano neanche bisogno di queste nuove trovate sonore.
Il loro sound era già bello che formato, sarebbe stato inutile tentare nuove strade, meno sicure, come tentarono prima di loro gruppi quali i Pink Floyd o i Genesis. Anche perchè queste macchine erano in pieno sviluppo, ancora poco affidabili e forse fu anche questo a farli desistere. Per entrare come un treno in corsa nel mondo del music business avevano già dalla loro parte, la grande capacità di realizzare musica di grande impatto, quindi (a loro parere) non c'era bisogno di tutta questa 'elettronica sperimentale'.
Bastavano già le geniali trovate di Brian May che impiegava giornate intere a settare la sua Red Special e il suo Vox AC30, scovando soluzioni sonore tra le più incredibili, che non fecero assolutamente rimpiangere il non-uso di alcun sintetizzatore nel corso di tutti gli anni '70. Anzi, proprio per evidenziare questa loro scelta,su ogni LP fino a Jazz, fu piazzata una scritta infondo ai credits, che nel corso di quella decade, sarebbe diventata un marchio di fabbrica del gruppo 'No synthetizers used on this LP'.
Gli unici strumenti elettrici a tastiera utilizzati furono, l'organo hammond nelle sessions di Queen II e un piano elettrico Rhodes in quelle di A night at the opera e A day at the races.
Non consideriamo ovviamente i pianoforti acustici registrati da Freddie, perchè, inutile dirlo, non si tratta di strumenti elettrici!
Arriva la fine degli anni '70 e come normale che sia, i Queen iniziano a pensare a qualche innovazione sonora per gli anni a venire, dopo aver chiuso una decade di puro rock prettamente 'acustico'.
Nel frattempo i sintetizzatori hanno subito delle continue evoluzioni. Gruppi quali i Kraftwerk, i Roxy Music, gli stessi Pink Floyd iniziano a introdurre i primi synth polifonici, che avevano la capacità di eseguire anche molte note di suoni diversi nello stesso istante (a 2, 4 o 8 note di polifonia per il momento, oggi i migliori sintetizzatori arrivano anche a 128), come Oberheim 2 voice, 4 voice e 8 voice e marchingegni di altre marche come Korg e Roland che in questo periodo si lanciano sul mercato.
Così i Queen, tentati da queste nuove sonorità 'sintetiche', molto più evolute ed ascoltabili,rispetto al passato, iniziano a farne uso a partire dalle sessions di The game.
I primi synth che ebbero a disposizione furono della serie OB X dell' Oberheim ( X e successivamente serie Xa), synth che riproporranno per alcuni anni a venire. Dopo aver avuto ottimi riscontri,dalle soluzioni utilizzate in brani quali The Game e Another one bites the dust, i nostri, avendo ricevuto un'offerta da Dino de Lauretiis, accettano di comporre la colonna sonora di Flash.
Trattandosi di temi fantascientifici, non potevano che far uso dei migliori synth in circolazione per registrare quelle tracce, utilizzando i fidi Oberheim provenienti dalle sessions di The Game, un nuovo prodotto Roland chiamato Jupiter 8 e un nuovo macchinario arrivato sul mercato in quel periodo: il Fairlight.
Un synth all'avanguardia per quel periodo dato che era direttamente collegato a una sorta di preistorico computer (in stile atari di qualche anno fa) con addirittura 28 Mb di memoria e 16 note di polifonia. Un mostro insomma... anche se intrasportabile dal vivo per le sue enormi dimensioni (come passa il tempo NDR) e un mostro anche per il prezzo, dato che si aggirava intorno alle parecchie decine di milioni (di lire..), mostro che farà compagnia alla band in studio per tutta la prima metà degli anni '80.
Nelle date giapponesi per la promozione dell'album Flash Gordon, Freddie suonò per la prima (ed unica volta) un synth sul palco, il Roland Jupiter 8. Nel video promozionale di Flash Gordon, invece, è possibile vedere Brian che suona un' Oberheim OB X.
Per l'album Hot Space, come ben sappiamo, i Queen scelsero di seguire nuove strade ritmiche e compositive, affiancandosi a ciò che era stato fatto da Michael Jackson con il suo primo album. Brian May e la sua Red Special furono praticamente chiusi a chiave in bagno e fu dato ampio spazio ai sintetizzatori, con l'uso ancora del Fairlight (ulteriormente evoluto), nuovi Oberheim della serie OB X e lo Jupiter 8 che sarà importantissimo nella storia dei Queen. E' possibile vederlo nel video promozionale di Las Palabras de amor e pensate che Spike Edney continuò ad usarlo fino al Tribute Concert del 1992, quando era ormai datato.
Questi strumenti (escluso il fairlight ovviamente) fuorono portati anche in tour per promuovere Hot Space e per la prima volta fece la sua comparsa sul palco (nella line up dei Queen) la figura del tastierista, impersonato prima da Morgan Fisher, poi sostituito, per diverbi con la band, da Fred Mandel, tastierista di Elton John, che accompagnerà i Queen dal vivo solo in quest'occasione, anche se il suo contributo sarà ancora fondamentale in studio durante le sessions di The Works.
Proprio grazie all'amato Jupiter 8, i Queen diedero vita a quell'arpeggio continuo che è la base di Radio Ga Ga e oltre questo fu usato anche il Vocoder VP 330 della Roland per Machine (or back to humans) e un pianoforte elettrico Yamaha CP80, senza dimenticare l'Oberheim serie OB Xa e Fairlight, ancora in pieno uso.
Dal vivo, Spike Edney (ex tastierista dei Boomtown Rats di Bob Geldof), fu chiamato a sostituire Fred Mandel.
Nel suo setup live facevano parte i soliti Jupiter 8 e Oberheim OB Xa con l'aggiunta del Roland VP330 che Spike usava nel suo solo a metà spettacolo.
I Queen avevano necessità di avere un tastierista aggiuntivo dal vivo perchè per Freddie era impossibile suonare un sintetizzatore i cui suoni andavano modulati in tempo reale e contemporaneamente anche cantare. C'è da dire che in studio, hanno rarissimamente lasciato suonare le tastiere a qualcun altro. Ricordiamo gli esempi di Spike Edney, Fred Mandel e Mike Moran, ma parliamo di singole canzoni. Tutte le parti di synth erano suonate indistintamente dai membri della band. Brian e John perdevano davvero tante ore davanti a questi aggeggi,nella ricerca di qualche particolare sonorità e infondo tutto ciಠci sembra abbastanza normale conoscendo la passione per l'elettronica di entrambi. Peraltro, lo stesso Roger ne fece un uso massiccio nei suoi album solisti, dove a livello di tastiere, suonò quasi tutto lui (escludendo l'epoca dei Cross, dove fu ingaggiato il solito Spike Edney).
Freddie al contrario sembrava un po' meno attratto da queste tastiere anche se ne ha fatto largamente uso sia nei Queen, sia nel suo primo album solista: Mr Bad Guy e ricordiamo che con un Oberheim OB Xa ha composto uno dei riff più belli della storia dei Queen, quello di Football fight nella colonna sonora di Flash.
A partire dalle sessions di A kind of Magic, iniziarono a fare la loro comparsa in studio, le prime workstation digitali come la Yamaha Dx7, una tastiera che si avvicinava molto di più alla concezione odierna di 'strumento a tastiera', utilissima per registrare gli archi e vari pads in Who wants to live forever, One Vision e in altri brani di quel disco.
Abbandonato l'ormai datato Fairlight, i Queen iniziarono ad utilizzare un nuovo 'mostro': l'Em-u Emulator II che Spike aggiunse anche al suo setup live insieme alla fedelissima Jupiter 8 (per Radio ga ga era ancora necessaria) e due DX7, di cui una a disposizione di Brian per Who wants to live forever e al Vocoder Roland VP330.
Da qui in avanti, possiamo dire che finì l'era gloriosa dei synth.
Le case iniziarono a produrre nuovi modelli di anno in anno e la concezione di workstation digitale andò quasi completamente a sostituire quella di synth analogico. Nuovi modelli si fecero strada, come il Korg M1,la Roland D50 e la D70 e tanti altri di cui è quasi impossibile tenere il conto.
Per le registrazioni di The Miracle fu utilissima la D50 della Roland per tutti i suoni di The Miracle, Scandal e Was it all Worth it.
Per Innuendo fu ripescata la Dx7, utilizzata per gli strings di The show must go on e si fece strada il Korg M1 utilizzato in quasi tutte le tracce, esempio lampante è Don't try so hard dove è ben evidente l'utilizzo di questa tastiera.
Per il Freddie Mercury Tribute, Spike Edney utilizzò il fido Jupiter 8 per Radio Ga Ga, Korg M1 e Roland JD - 800s come workstatione e il Roland RD1000 come piano digitale.
Brian utilizzò ancora la DX7 per eseguire Who wants to live forever.
Stesso setup (escluso lo Jupiter 8) fu utilizzato da Spike per il Tour di Brian, Back to the light.
Nelle successive registrazioni in studio purtroppo, avendo ben pochi riferimenti,è quasi impossibile risalire a cosa fu utilizzato,anche se presumibilmente grazie anche all'aiuto di Spike, furono utilizzati gli ultimi prodotti Korg e Roland.
Negli ultimi anni, Spike è diventato ufficialmente Endorser della Korg e quindi, accompagnato da questa marca ad ogni sua esibizione, ha sfoderato tutte le ultime versioni di prodotti Korg, partendo da due Korg Triton Extreme, all'emulatore di organo, chiamato CX-3, fino al mini-vocoder, il Korg - microKorg.
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