Sono già passate tre settimane dalla Convention ufficiale dei Queen ma i miei ricordi sono vividi e pensando a quel fantastico weekend ne sento ancora l’emozione e il divertimento.

Una delle partecipazioni più interessanti di quest’anno è stata quella di Doug Puddifoot, il creatore della copertina dell’album “Queen” ed ha anche fotografato la band nell’appartamento di Freddie (le foto con l’orsacchiotto e l'uva o quelle della cover di Queen at the BBC, per capirci).

Questo gradito ospite, negli anni Settanta lavorava come cameraman per la BBC e ci ha raccontato innanzitutto di come ha conosciuto la band: è infatti il cugino della fidanzata di Roger di quel periodo (Jill Johnson) e già frequentava spesso i concerti degli Smile. Ovviamente, a questo proposito, gli è stato chiesto se ricordava di aver visto Freddie come spettatore a quei concerti, domanda alla quale ha risposto che all’epoca evidentemente non faceva molto caso alla sua presenza, che poi diventò sempre più stabile, come ben sappiamo. Ci ha mostrato poi le poche foto che ancora fanno parte della sua collezione personale, poiché la maggior parte di esse è stata acquistata dai Queen pochi anni fa per costruirne l’archivio ufficiale.

Ci ha mostrato la foto della copertina di “Queen” nella sua versione originale e ci ha spiegato come sono arrivati alla versione che tutti conosciamo, attraverso un discorso anche molto tecnico che sinceramente non ho potuto seguire in ogni suo dettaglio perché non sono un’esperta di fotografia. È stato però molto affascinante e quello che sicuramente ho capito è che, in quel periodo così meravigliosamente ricco di creatività, quello che tutti facevano era sperimentare con ogni materiale disponibile e questo a volte permetteva di creare degli effetti molto suggestivi, anche inaspettati.

Per esempio, quello che ha permesso di raggiungere l’effetto della foto che oggi tutti identifichiamo con quell’album è stato ottenuto (se ho capito bene J ) deformando un foglio di pellicola da cucina e fotografando attraverso di esso. Quello che ne è risultato è un effetto interessante che ben si è combinato con il fascio di luce che vediamo alla sinistra dell’immagine.

Curiosità: sulla copertina vediamo Freddie, braccia alzate, che indossa due guanti uguali. Ebbene, osservando la foto originale, si nota che in realtà indossava due guanti diversi, ma poi Doug ha dovuto ricostruire quella porzione di immagine e li ha disegnati uguali. Quello che non si vede è un guanto fatto di metallo intrecciato (tipo la maglia di un’armatura) e con un occhiello in cui infilare il dito indice, che aveva costruito lo stesso Freddie. Un ingrandimento di questo guanto è presente sulla maglietta ufficiale della Convention di quest’anno e anche in una delle foto allegate a Made in Heaven.

Anche le foto presenti sul retro di “Queen” sono state fatte da Doug e senz’altro i suoi racconti e commenti su alcune di esse sono stati molto interessanti e anche curiosi; per esempio ci ha detto che Brian è sempre stato appassionato di pinguini. Guardate il retro del disco attentamente e capirete.

Qui trovate comunque ulteriori ricordi di May sulla cover del primo album

Dopo la presentazione, sono corsa allo stand del Mercury Phoenix Trust per vedere se, per caso, ci fosse una copia del disco che avrei senz’altro preso al volo per farlo autografare: così è stato, ho trovato una versione olandese di “Queen” che ho preso per 3 sterline ma che senz’altro ora vale qualcosa in più. Che momento indimenticabile!

 

Di Alessandra Rotilio

 


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