Nei 18 anni dalla morte di Freddie Mercury, Brian May ha fatto uscire due solo album, finito il suo PhD (dottorato) in astrofisica, scritto un libro sull’universo con Patrick Moore, coprodotto un musical dall’enorme successo ed è andato in tour e ha registrato un album con i Queen + Paul Rodgers.
E nel 2009 la sua 'ex band' è rimasta popolare come non mai. Il Greatest Hits del 1981 è ufficialmente l’abum più venduto di tutti i tempi del Regno Unito.
“I nostri momenti migliori erano semre pieni di eccitazione e humor” dice May con la sua voce pacata mentre ricorda i suoi 20 anni come chitarrista della band.
Con un nuovo best of, Absolute Greatest, ora nei negozi e il suo libro sulle fotografie in stereo, 'A Village Lost and Found', finalmente completato, May sembra soddisfatto di essere il rappresentante dei Queen più visibile. Il colosso del rock vive ancora.
Come avete scelto tu e Roger Taylor le canzoni da includere in Absolute Greatest?
“Credo che ci siamo più o meno basati sulle vendite in tutto il mondo. Ci sono un sacco di gravi omissioni, ma ogni canzoni è la vincitrice. È fantastico quali ricordi ti tornano, come il momento in cui Freddie e io ci siamo seduti con Mike Stone e abbiamo ottenuto il giusto missaggio di "Keep Yourself Alive" (il singolo di debutto - che su absolute non c'è, NDR). Credo che io e Roger dovremmo scrivere un libro prima che i nostri cervelli si friggano completamente”
Com’era lavorare con Freddie in studio?
“Era un grande piacere far contento Freddie. Se lui si divertiva, riversava una tale energia nelle situazioni. Quando era ora di registrare un solo di chitarra, avrei voluto cacciarlo via. Uno dei ricordi più belli è di Freddie che entra in studio con quel suo sorriso cospiratorio stampato sulla faccia e mette su una cassetta sulla quale aveva infilato una cinquantina di miei solo. Era ovvio che aveva impiegato ore per mettere insieme questa piccola sinfonia. Da musicista non ho mai lavorato con uno come lui. Poteva facilmente essere un virtuoso del pianoforte. Aveva un legame emotivo diretto con lo strumento. Non ho mai visto niente di simile”.
Quando è morto hai sentito che non volevi avere più niente a che fare con i Queen?
"Assolutamente. Suppongo che fosse parte del processo di elaborazione del lutto, ma non volevo neanche parlare della band. Sono andato dritto a fare un tour da solista e se suonavo una canzone dei Queen non volevo farla nel modo in cui l'avevamo fatta prima. Più tardi ci siamo tutti resi conto che non ci saremmo mai allontanati dai Queen, quindi bisognava solo capire come far combaciare questa cosa nella nostra nuova vita".>
Vedi ancora John Deacon?
“No. Preferisce mantenere la sua vita in disparte edè la sua scelta. È una persona molto riservata. La morte di Freddie ha prodotto un cambiamento in tutti noi…credo l’ultima volta che l’ho visto sia stato al "Party at the Palace" (il giubileo d’oro dell’altra regina nel 2002)".Qual è lo stato attuale dei Queen + Paul Rodgers?
“Siamo amici, ma penso che l’avventura sia finita. Ci siamo divertiti tutti ma non è mai stato un matrimonio. Abbiamo intrapreso una lunga strada e abbiamo avuto dei momenti favolosi”Hai denominato il tuo nuovo libro “l’antidoto alla vita moderna”…
“Si T.R. Williams (pioniere della fotografia stereo) aveva un tipo di particolare visione nel 1850. È cresciuto in un piccolo villaggio vedeva sempre la sua infanzia come idilliaca. Quando, anni dopo, iniziò a scrivere la cronaca del villaggio, riuscì a catturarene la tranquillità lo stile di vita che stava per essere distrutto dalla rivoluzione industriale. Produsse un lavoro molto profondo e credo che sia ancora più prezioso per noi oggi”.Pensi che ci sia un legame tra questo e il tuo amore per l’astronomia?
“Amo l’idea di un magico mondo parallelo. L’universo è più fantastico e meraviglioso di qualsiasi lavoro romanzesco. La realtà di quello stiamo scoprendo la fuori va oltre ogni immaginazione”
"I semafori diventeranno blu domani. Anche se Jimi Hendrix l’aveva già detto! Ho appena suonato una nuova versione di 'All you need is love' per 'Children in need'. Se ascolti il memorabile solo di George Harrison è strano perché all’improvviso è sommerso dagli archi. Pensavo che sarebbe stato bello se avessi potuto fare la fine del solo. È così…con un effetto campana… un po’ come nel solo di Killer Queen"
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