RT.com ha raggiunto Brian May allo STARMUS Festival di Tenerife. Sophie Shevardnadze l’ha intervistato all’Abama Golf & Spa Resort il 23 giugno 2011.
“Brian in che modo la musica può essere legata alla scienza?”
“E’ una bella domanda. Sicuramente ci sono degli elementi di matematica nella musica, ma la cosa più importante è l’istinto. Amo la scienza pura e amo la musica pura. Di certo non sono la stessa cosa, ma nella storia ci sono state persone che si sono occupate di entrambe le discipline, da Leonardo da Vinci a Patrick Moore. Forse perché sono astratte o forse perché chi è attratto da queste materie, è ostile al disordine e alle complicazioni del mondo. A queste persone interessa solo trovare l’essenza della vita. Probabilmente la scienza pura è in qualche modo vicina all’essenza della natura e la musica è vicina alla pura essenza degli esseri umani.”
A questo punto ti senti più scienziato o musicista?
“Dipende dal giorno e dall’ora…” (Sorride)
Credi in Dio?
“Se si dice che Dio non esiste, dov’è la prova che Dio non esiste per davvero? Dal punto di vista scientifico sono agnostico e dico non lo so. Nella mia esperienza ho sentito che esiste una sorta di Dio. Non faccio parte di nessun gruppo religioso, ma questa è un’altra cosa. La tua domanda è su Dio e ritengo che ci potrebbe essere un Dio, ma se Dio esiste, abbiamo una piccolissima idea di cosa potrebbe essere.”
Pensi che siamo soli nell’universo?
“E’ solo un’opinione ma ho una strana sensazione che siamo soli, non so perché.”
Hai parlato della solitudine che provi alla fine di ogni esibizione. E’ interessante, perché anche gli astronauti che ho incontrato in questi tre giorni hanno affermato di provare la stessa sensazione nello spazio. Lo spazio e la musica ti fanno sentire meno solo?
“Forse lo fanno per un momento. Forse paradossalmente ti rendono più consapevole di quanto sei solo perché perdi il senso della realtà. Ad ogni modo, è vero, provo molta solitudine.”
Ed è una sensazione confortevole?
“No, non lo è. Ma quando la musica ti avvolge per quel momento e la scienza ti prende per quel momento, non hai tempo per pensare.”
Per quale motivo, nei tuoi primi anni, hai abbandonato la vecchia vita? Per sesso droga e rock n’ roll? Per il successo? Per i soldi?
“Non è mai stato per il successo perché non lo amo particolarmente. Non è mai stato per i soldi, perché sono sempre stato contento di quello che avevo, anche se avevamo da mangiare solo i bastoncini di pesce. Suppongo sia stato semplicemente perché era emozionante e sconosciuto, perché era una porta da attraversare.”
Poi trent’anni dopo sei tornato per finire il PHD che ti eri lasciato alle spalle. Perché l’hai fatto?
“Era un lavoro incompiuto. E’ come avere da qualche parte un cerchio che si vuole chiudere.”
Non ha niente a che vedere con la delusione dei tuoi genitori per aver scelto il rock n’ roll?
“All’inizio mio padre non era per niente d’accordo. Lui non aveva mai ottenuto la laurea e mi vedeva con questa fantastica laurea in scienze e con tutto il mondo che mi si apriva davanti e gli sembrava che stessi scappando da quello che avrebbe voluto lui per la sua vita. Sì, era molto arrabbiato tanto da parlarmi a stento per un anno o forse di più. Una volta però ci venne a vedere e mi disse –Ora capisco perché hai fatto questa scelta- e la cosa divertente è che da quel momento ha iniziato a seguirci con grande passione.”
In un’altra intervista dici che senti Freddie molto vicino a te. Puoi parlarmi di questo?
“E’ come un membro della famiglia, è sempre con me. Siamo stati insieme per tanti anni, eravamo molto vicini, tanto da sapere persino quello che avrebbe potuto pensare, soprattutto nell’ambito creativo. Sia io che Roger ci interroghiamo spesso su cosa direbbe Freddie, è parte del processo creativo perché è parte di quello che siamo.”
Cosa pensi possa accadere dopo la morte?
“Dopo la morte? Sono incline a pensare che la nostra visione dell’universo sia molto semplificata. Uno scarabeo che cammina su un pezzo di carta ha una visione molto limitata dell’universo. Suppongo che anche la nostra versione sia limitata. L’esistenza che conosciamo potrebbe essere solo una piccola parte della figura intera. Non sto facendo il conto alla rovescia, perché forse alla fine della vita non ci sarà niente, ma una cosa è certa, non puoi dire – questa vita è terribile, ma nell’altra sarà tutto ok- non puoi usare questa scusa. Devi sempre dare il meglio di quello che sei.”
Non posso non chiedertelo, so che sei stato molto vicino al suicidio. Che cosa ti ha fermato l’amore per la vita o la paura della morte?
“Sì, sono riuscito a superare una brutta depressione, purtroppo molte persone ne sono affette. Cosa mi ha fermato dal suicidio? Il fatto di avere dei bambini e delle persone che mi amavano e che dipendevano da me. Mi ricordo che mentre guidavo sul ponte mi sono detto –potrei farlo- ma poi ho pensato alle persone attorno a me e ho capito che non sarebbe stato giusto.”
E ne sei uscito più forte?
“Se fai un certo tipo di lavoro su di te ne esci più forte. Sono andato in clinica ed è stata la cosa migliore che avessi mai potuto fare. Quel tipo di lavoro mi ha dato una nuova energia. E’ come far ripartire una macchina. Devi arrivare a un punto in cui butti via tutto perché è l’unico modo in cui puoi iniziare da capo. Ho capito che se non mi fossi occupato della depressione non sarei stato utile a nessuno. E’ la stessa logica del suicidio, non lo fai perché non vuoi far star male le persone che ti amano, ma se non combatti la depressione, i tuoi cari staranno male lo stesso e l’unica cosa da fare è venirne fuori.”
Prenderesti in considerazione l’idea di visitare lo spazio come turista?
“Non mi piacerebbe visitarlo come turista, ma sarei felice di andare per una ragione specifica. Se sono venuto a Tenerife è per lavoro non per turismo, ho tante cose da fare e se un giorno dovessi visitare lo spazio mi piacerebbe farlo per una giusta causa.”
Chi pensi possa essere il sommo sacerdote del ventunesimo secolo?
“Sicuramente Nelson Mandela, perché oltre alla saggezza e alla conoscenza, possiede una chiave fondamentale, la chiave del perdono.”
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