All'indomani della conclusione del Back To The Light Tour, la serie di concerti tenuta da Brian May in tutto il mondo per promuovere il suo primo vero album da solista, il chitarrista dei Queen rilasciò l'intervista che segue ai microfoni di Virgin Radio.

Brian come sempre si dimostra estremamente disponibile a rispondere alle domande del cronica, il dj Richard Skinner (in grassetto).


Freddie Mercury è morto appena due anni prima, gli echi del Tribute allo stadio di Wembley si fanno ancora sentire e Brian, conscio degli enormi cambiamenti che la sua vita sta attraversando, trova ancora una volta nella musica la sua massima espressione.

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Dopo aver mandato in onda Brighton Rock, Richard Skinner (RS) inizia la conversazione con Brian May (BM).

Brian, sei giunto agli ultimi concerti inglesi del tour. Com'è andata questa esperienza?

Brian:E' stato incredibile. Davvero eccitante, una grande sfida per me. Mi ha coinvolto totalmente, specie fisicamente! Ma è stato meraviglioso e abbiamo avuto un grande responso dal pubblico.

Per quale motivi è stato così faticoso? Suppongo che tu abbia una certa esperienza in fatto di tour.

Brian: Cantare per me è stata una cosa che mi ha incredibilmente consumato da un punto di vista fisico. Adesso capisco cosa deve aver provato il caro Freddie in tutti questi anni, perché avevamo l?abitudine dopo ogni concerto di passare la notte a festeggiare e il mattino dopo andavamo in giro per negozi a fare shopping. E ogni volta Freddie ci diceva: "Non posso farlo, sono sfinito. Rimando in albergo a riposarmi e prepararmi. Ho un concerto da fare e vado a dormire!".

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 Non sei giù di morale in questo periodo vero?

Brian:Sono felice in questi giorni.

 

Ho letto da qualche parte che quando per questo tour ti sei ritrovato per la prima volta al centro del palco, hai avuto qualche difficoltà.

Brian: Si, nei primi tre concerti in Sud America ho detto chiaramente che non sapevo se sarei riuscito a suonare e cantare allo stesso tempo. Era una sorta di esperimento e bisogna vedere come sarebbe andata la cosa. Non saprei dire per quanti minuti la mia voce non si è sentita. Ma resta il fatto che se hai voglia di ottenere qualcosa, è stupendo provarci e riuscire nell'intento.

Hai preso delle lezioni di canto per prepararti al tour? Molte persone sono rimaste stupite da come la tua estensione vocale sia aumentata.

Brian:No, nessuna lezione. Ho fatto tutto da solo. Come diceva mio padre: "Se vuoi fare qualcosa meglio di chiunque altro, allora puoi farlo". E io lo volevo! Non volevo che qualcun altro cantasse le mie canzoni dopo Freddie, così mi sono impegnato per farlo io. Sono continuamente affascinato dal modo in cui sono riuscito a progredire. All'inizio, in studio non riuscito a raggiungere le tonalità più alte. Nella mia vita con i Queen ho cantato poco e questo è stato un mio limite. Così stavolta mi sono spinto sempre un pò più in là, in modo da vedere cosa poteva riuscivo a fare. E alla fine, per il disco sono riuscito a cantare tre o quattro toni in più di quanto riuscissi a fare prima. E adesso in tour mi riescono anche cose che anche sul disco non mi riuscivano.

Non pensi sia strano il fatto che tu abbia scoperto questo talento per le note più alte in un?epoca relativamente tarda della tua carriera?

Brian:Non è solo il fatto di aver raggiunto note alte, ma anche di aver affrontato una piccola sfida. È stato un modo per aggiungere alla mia espressività maggior potenza e forza. Ed è una cosa che mi ha letteralmente ucciso. Per una buona mezz?ora non riuscivo né a parlare né a camminare.

E' una mia impressione o la tua voce è più profonda del solito?

Brian:E' stata parecchio sforzata.

Posso capire perché in passato non ti sei mai impegnato più di tanto in questa direzione, visto il cantante fantastico che avevate nei Queen.

Brian:E' giusto. Ho sempre pensato che con la presenza di Freddie non occorreva che ci fosse qualcun altro a cantare, perché lui riusciva sempre a dare qualcosa di incredibilmente speciale.

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 Com'è la tua vita da rockstar?

Brian:E' una vita strana. Non puoi essere totalmente normale, altrimenti non sopravviveresti. Questa è la verità. Non puoi essere il "ragazzo della porta accanto". Ma io preferisco trovare un punto di equilibrio e provo a fare le cose come una persona normale. A volte è molto difficile. Questo tipo di vita, il viaggiare continuamente ti spinge lontano dalla normalità. È molto difficile avere una vita familiare. È davvero difficile riuscirci. Il fatto che ora sia facilmente riconoscibile rende ancora più difficile fare cose normali.

 

Con il tuor sei partito dall'America prima di transitare in Inghilterra. E qui hai suonato con i Guns'n'Roses, una band che sa come divertirsi.

Brian:Si infatti, ma sanno anche come si lavora. Suonano e lavorano duramente, proprio come facevamo noi nei Queen. Infatti ritrovo molte similitudini tra noi. È stato bello girare assieme e per noi suonare con i Gans ha rappresentato una bella opportunità, da replicare dopo la parte inglese del tour.

 E' stato complicato per te suonare come supporter di un'altra band?


Brian:Si. Ci sono alcune cose che dal punto di vista tecnico dei accettare tuo malgrado. Non puoi fare il soundcheck. Di solito sali sul palco quando c'è ancora la luce del giorno e il pubblico non è al completo. Ma devo anche dire che si è trattata di una grande opportunità, perché virtualmente non avevamo nulla da perdere. Molta gente è venua agli spettacoli senza sapere chi io fossi esattamente, così il mio lavoro consisteva nel suonare nel modo migliore possibile. Se suoi per il pubblico di qualcun altro devi lavorare e studiare le tue mosse. È una sorta di tirocinio. La band, la mia band, è ormai incredibilmente forte, davvero professionale e può affrontare qualsiasi tipo di disastro.

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Prima parlavamo proprio di questo aspetto. Sei determinato affinché la tua sia una vera e propria band. Non si parla di Brian May e un gruppo di altri musicisti che sta sullo sfondo. Ti senti in qualche modo in competizione con te stesso? Quando hai pubblicato del materiale nuovo, ti sei sentito in competizione con quanto fatto in passato con i Queen?

Brian: C'è un fondo di verità in ciò che dici. In certe parti mi sono sorpreso a dire: "Ma questi non sono i Queen. Questo è quello che voglio fare ora. I Queen erano, mentre questo è il presente". Ho scoperto che in Inghilterra e in alcune parte d'Europa dove il disco ha avuto un certo successo, che la gente ha capito questa cosa. La gente è stata grandiosa. Il pubblico dei Queen ha la particolarità di non averci mai spinto verso un certo formato. In questo tour mi sono preso dei rischi. Ci sono state un paio di cose rispetto alle quali mi sono domandato cosa avrebbe potuto pensare la gente, in quanto si trattava di cose che rompevano col passato. Tuttavia le reazioni sono state grandiose e lo zoccolo duro dei fans dei Queen è arrivato a dire: "Sappiamo cosa stai facendo e siamo con te". E non solo i fans dei Queen. Abbiamo trovato nuove persone. Si tratta di una nuova vita, un nuovo mondo e sono felice di ritrovare la continuità con tutti coloro che ci hanno seguito in passato. Mi piace essere leale col passato, ma voglio esserlo anche rispetto a quello che voglio fare oggi, nel presente, senza essere per essere un membro dei Queen che se ne va in giro.

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