LETTERA A ME STESSO GIOVANE
Brian May: le scuole solo maschili o solo femminili sono una terribile idea
La superstar del rock and roll parla di sé a The Big Issue di come ha sofferto per 'riprogrammare' se stesso dopo la scuola nella rubrica 'Letter to My Younger Self'
Traduzione di Cristina Merlo



Penso che le mie principali preoccupazioni quando avevo 16 anni siano le stesse di oggi. Ero molto appassionato di musica. Ero affascinato dall'universo e volevo esplorarlo. E provavo un forte sentimento nei confronti degli animali. Avevo la percezione che non ci stessimo comportando nel modo giusto con le creature di questo pianeta. Sentimento che è cresciuto molto più tardi e, durante il corso della mia vita, ho trovato il modo di fare qualcosa in merito. Ma ci è voluto molto tempo.

Direi al me stesso sedicenne di essere coraggioso. Credi in te stesso quando tutti ti dicono che non sarai capace. Molte persone ti buttano a terra quando sei giovane e uscirne fuori richiede molto tempo. Ero molto timido, mancavo completamente di autostima. Non avevo una buona percezione del mio aspetto fisico, molto alto, magro e goffo. Mi sentivo osservato e camminavo ingobbito.

Frequentai una scuola maschile, fu un' idea terribile. Separare i ragazzi dalle ragazze in quel periodo delle loro vite, li segna per sempre e li lascia con una lacuna nell' apprendere come relazionarsi con il sesso opposto. Credo che uno dei motivi per cui sono diventato un musicista rock fu proprio quello. Ricordo che andai ad un ballo e c'era una rock band locale che suonava. Alcuni ragazzi chiedevano alle ragazze di ballare ma io non sapevo da dove cominciare ed ero talmente timido persino per considerarne l'idea.
Pensai che se fossi stato sul palco non avrei dovuto  preoccuparmi di queste cose. Sarei stato là sopra, favoloso, e forse una ragazza sarebbe venuta a cercarmi.

Sarebbe molto sentimentale se dicessi che il momento in cui ho incontrato Freddie sentii che il mio futuro stava cominciando a delinearsi davanti a me, ma credo che quel percorso fosse già tracciato in me molto tempo prima. Cominciò quando sentii  quel clangore della chitarra di  Buddy Holly ascoltando Radio Luxembourg, quando sentii urlare Little  Richards. 

Qualcosa scattò dentro di me e ho pensato che quello esprimesse ciò che avevo dentro, chi avevo bisogno di essere.
Poi incontrai Roger e fu la prima persona che ho riscontrato avere le mie stesse sensazioni.
E poi naturalmente c'era Freddie. Era così convinto che sarebbe diventato famoso, non ne ha mai dubitato.
Eravamo tutti ragazzi precoci ma lui era su un altro livello. Ma condividevamo la stessa passione. E l'energia crebbe e si tramutò un qualcosa di molto potente.

La prima volta che sentii che eravamo davvero sulla strada giusta fu quando suonammo al Rainbow, il vecchio Finsbury Park Astoria, nel nord di Londra.  Aveva una nomea leggendaria e per noi era una vetta che avremmo rischiato di non poter scalare.

Ricordo che il promoter ci disse che potevamo farlo. Era il nostro primo tour in UK. Ci disse: 'Potreste anche essere l'attrazione principale al Rainbow'.
Lo guardammo dubbiosi. Ma facemmo il tutto esaurito e fu un trionfo. Quello fu un momento molto forte per cominciare a credere che avremmo potuto farcela.




Se volessi davvero impressionare il Brian sedicenne gli mostrerei un film dove io suono la chitarra sul tetto di Buckingham Palace.
(May si esibì in un assolo di chitarra di God Save The Queen sul tetto del palazzo per le celebrazioni del giubileo della regina nel 2002).
Solo e terrorizzato ma affrontando la paura e cacciandola via. Quello fu probabilmente il momento più impegnativo della mia vita artistica. E mi cambiò anche la vita. Avrei potuto preparare ogni dettaglio ma un milione di cose sarebbero potute andare storte e sarei apparso come un idiota, in piedi lassù, sbagliando tutto.

Quindi ci fu un momento in cui mi sono lasciato andare, abbandonandomi ad un potere superiore. 
Solitamente non sono molto religioso ma è ciò che accadde. Quando terminò e l'ultima nota si disperse nell'aria, alzai le mani al cielo e dissi 'grazie Dio'. Devi riconoscere che c'era quell'elemento.
Fu davvero un viaggio mentale, affrontarlo senza scappare. Fu un sensazione straordinaria e ricordo che dopo pensai 'non sarò mai più nervoso per nulla'. Ma mi sbagliavo.

Quando attraversi una forte depressione senti che dovrebbe essere una curva di apprendimento (May ha sofferto di depressione nei primi anni 90 mentre affrontava la morte dei Freddie Mercury, il fallimento del suo primo matrimonio e la morte di suo padre) e dovresti essere in grado di dare buoni consigli agli altri. Ma capii che non era quello il caso. L'unica cosa che posso dire è di focalizzarsi su quella minuscola luce in fondo al tunnel. Ok questa sarà una brutta giornata, fine della storia. Ma ce ne sarà un'altra e sarà migliore. Questo è l'unico consiglio utile.

Se potessi parlare con qualcuno per un'ultima volta sarebbe con mio padre. Perchè è una questione irrisolta. Non ho mai avuto la possibilità di chiudere questo discorso. Cosa gli chiederei? Non riesco a dirtelo. Quando stavo crescendo ero molto attaccato a lui. Mi ha incoraggiato in molti modi, incluso aiutarmi a costruire la mia chitarra nonostante più  tardi pensasse che stessi sprecando la mia vita diventando una pop star piuttosto che uno scienziato. Sì...probabilmente potrei scrivere un libro intero su mio padre perchè ci sono molte cose da dire. Quando ripresi gli studi per ottenere il PHD (May completò la sua tesi 'A Survey of Radial Velocities in the Zodiacal Dust Cloud' nel 2007, 37 anni dopo averla cominciata) ebbi la sensazione che stavo rendendo orgoglioso mio padre. Non smettiamo mai di voler compiacere i nostri genitori.

Mi riscopro ancora a sentirmi come il timido sedicenne di molti anni fa. Se entro in una stanza con persone che non conosco ho esattamente la stessa sensazione diinsicurezza di quando avevo 16 anni; nessuno mi conosce, tutti penseranno che sembro un po' strano. Non so come cominciare una conversazione. E' uno shock totale per me quando le persone mi guardano come un esempio da seguire o si sentono emozionate nell'incontrarmi.
Le persone dicono 'Oh sei molto modesto' ma non è così. E' che non ho mai davvero riprogrammato me stesso da quei tempi.

Se potessi tornare indietro in un qualsiasi momento della mia vita sarebbe quando mi svegliai il giorno del mio nono compleanno e trovai una chitarra ai piedi del letto.
Fu un momento magico. Ricordo come era fatta, il colore, l'odore, la sensazione. La imbracciai subito e provai a suonare un accordo esteso che mio padre mi aveva insegnato sull'ukulele.

Era una chitarra acustica ed era costosa e so che i miei genitori dovettero fare sacrifici per comprarla.
Quella chitarra mi accompagnò per molto tempo. Imparai a suonarla. E ce l'ho ancora.


potresti leggere anche


© 2017 QueenHeaven / Privacy Policy / Cookie Policy / Note Legali