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La morte di Freddie Mercury ha portato il suo caro, il chitarrista dei Queen Brian May sull'orlo del suicidio. Seriamente depresso dalle preoccupazioni circa il suo futuro, esausto dopo anni di tour e incapace di venire a patti con la perdita di Freddie, si trovò di fronte a un completo collasso mentale e fisico.
In preda alla disperazione, ha prenotato in una clinica in Arizona, che lui stesso descrive come un incrocio tra una università, un centro benessere e un manicomio.

Mi sono considerato completamente malato”, rivela. “Sono stato ferito e a pezzi. Sono entrato in una grave depressione. Sono stato avvinto da sentimenti di perdita. Essere in una band in tour mette i tuoi amici e parenti in attesa e sei concentrato su una cosa sola, la band. Quando questo finisce, sei in un baratro. Quando la band è finita, ci fu una terribile sensazione di perdita perché i Queen sono stati la mia famiglia. Abbiamo perso Freddie e mio padre è morto quasi allo stesso tempo. Non volevo vivere. Mi ero perso completamente. Così sono dovuto andare in questo luogo dove mi sono isolato e ho rimosso dalla mia vita ciò che non andava. Gradualmente i sentimenti rivolti al suicidio se ne sono andati.”

La clinica, dice, lo ha aiutato a svelare i suoi problemi emotivi.
Ho parlato dei miei sentimenti e ha funzionato favolosamente. A un certo punto ho iniziato a pensare a me e alla vita così ho cominciato a lavorare di nuovo.”

Freddie aveva confidato a Brian e altri membri della sua cerchia più ristretta la sua diagnosi da HIV. “Abbiamo mentito a tutti per proteggere la sua privacy”, dice May. ”Forse ero io a negare. Avevamo tutti la speranza che una cura sarebe stata trovata. Ma eravamo d'accordo che avremmo dovuto rendere la vita per Freddie più confortevole e privata e così abbiamo fatto.”
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