Senza alcun dubbio, Barcelona fu una delle imprese di Freddie tra le più ambiziose, provocatorie e allo stesso tempo, coraggiose.
La considerava come uno dei progetti più gratificanti della sua carriera e di cui andava più fiero. E, in effetti, cantare con Montserrat Caballè era la realizzazione di un sogno che non si sarebbe mai aspettato potesse diventare realtà.
L’album nacque nel 1987, dopo le fatiche e i bagordi dell’ultimo grande tour dei Queen, in un periodo che Freddie si era ritagliato per i propri lavori personali e per realizzare un nuovo album solista. All’epoca, Barcelona non era però nemmeno che un’idea, avendo Freddie registrato solo la cover di The Great Pretender. Ma qualcosa bolleva in pentola. E nemmeno Freddie aveva idea di cosa fosse.
Freddie era un grande appassionato di musica lirica e nutriva una stima particolare ed incondizionata per il soprano spagnolo, che egli stesso riteneva, con la poca considerazione che, spesso, aveva per il proprio lavoro, una vera leggenda.
FM: non penso a me stesso come una leggenda.. io con le leggende non ho molto a che fare. Per me una leggenda è qualcuno come Montserrat Caballè. Lei è la leggenda, e io sono solo una vecchia squaldrina.
FM: amo la musica e Lei è la musica!
Tutto incominciò nel 1983 quando Freddie si innamorò di quella che pensava essere la più bella voce nel mondo. Freddie si recò presso la Royal Opera House per ammirare Luciano Pavarotti nell\'opera di Verdi “Un ballo in maschera”. Precedentemente lo aveva ascoltato su disco, ma mai visto dal vivo e apprezzò la voce e il controllo del tenore. Ad ogni modo, per quanto chiaramente Pavarotti fosse impressionante, fu la mezzosoprano a lasciare esterrefatto Freddie. Appena incominciò a cantare rimase a bocca aperta. Rimase estasiato. La voce apparteneva a Montserrat Caballè. Da allora Freddie divenne un suo grande fan. Con un desiderio, che lo contraddistingueva dagli altri appassionati. La grande volontà di incidere, con la Divina, una canzone.
Peter Freestone: Si rappresentava un’opera di Verdi, un Ballo in Maschera. Il tenore prese una grande aria, mentre stava entrando in scena. Freddie esclamò: “che bravo! Canta come nei dischi”. Poi toccò ad un trio e apparse il soprano. Fu Montserrat a cantare. Non sapeva come si chiamasse, non sapeva niente di lei. Lei entrò, cantò la sua parte. E, alla fine del pezzo, lui era rimasto a bocca aperta. Chiese: “quando rientra? Voglio sentirla ancora, chi è?” Gli risposi “è Montserrat Caballè, un soprano spagnolo”. E lui: “hai i suoi dischi? Voglio sentirla, voglio ascoltarla”. Cominciò tutto cosi!
Nel luglio del 1986, nel corso di una intervista al programma televisivo spagnolo Informe Semanal Freddie raccontò della sua passione per l’opera ed in particolare per la voce di Montserrat Caballè. Spiegò che il motivo principale del suo viaggio a Barcelona era (oltre per tenere un concerto con i Queen) per realizzare il desiderio di incontrare la diva.
Nonostante lo scarso interesse dell’intervistatore, il messaggio non cadde nel vuoto e giunse alle orecchie di Montserrat. Il manager dei Queen Jim Beach si mise in contatto con il promoter spagnolo della band, Pino Sagliocco, affinchè venisse organizzato un incontro.
E cosi fu.
Mike Moran: Mi telefonò tutto eccitato. “non indovinerai mai, ho ricevuto un messaggio. Montserrat Caballè, vorrebbe conoscermi. Devi venire con me”
Il 24 marzo 1987, all’Hotel Ritz di Barcelona, avvenne il primo incontro tra una leggenda della musica lirica e una leggenda del rock.
FM: Ero veramente nervoso. Non sapevo come comportarmi o cosa dirle. Per fortuna lei mi ha messo a mio agio da subito e ho capito che tutti e due avevamo lo stesso tipo di humor. Mi ha domandato quale era il numero che preferivo. Le risposti. Il numero uno. E lei mi disse: d’ora in avanti ti chiamerò il mio Numero Uno! Ho risposto che io l’avrei chiamata ‘Super Diva’.
Montserrat è stata meravigliosa. Le ho confessato il mio amore per il suo canto, le ho confidato che avevo i suoi album…
Peter Freestone: L’incontro era fissato per le due. Freddie camminava avanti e indietro, non l’avevo mai visto cosi ansioso. Ogni due o tre minuti mi veniva chiesto di verificare se Montserrat stava arrivando. Alla terza volta, verso le due e un quarto, mi si presentò una scena magnifica. Senza mancarle di rispetto, la scena che vidi mi ricordava il testo di una vecchia canzone che cominciava cosi “stately as a galleon, she sailed across the floor..”. La folla nel foyer si aprì come nella bibbia come la separazione delle acque. E Monserrat la attraversava.
Freddie saltò dalla sedia e dopo averle stretto a mano la accompagnò al suo posto. Disse semplicemente: Salve, sono Freddie Mercury. Cosi cominciò tutto.
All’incontro di Barcelona, Freddie si presentò con Jim Beach, con il compositore arrangiatore Mike Moran e con il suo assistente personale Peter Freestone.
Montserrat Caballè: entraì nella stanza. Le mani di Freddie erano gelate e lo erano anche le mie. Pensai che anche lui era nervoso e anche più di me e questo era positivo, perché se una persona è nervosa significa che si aspetta qualcosa dall’altra.
Freddie portò anche una audiocassetta con un brano che aveva composto proprio in precedenza (e non, come alcune cronache riferiscono, appositamente per questa occasione). Il brano era: Exercises in Free Love, nella quale Freddie aveva cantato in falsetto imitando la voce del soprano.
FM: Non volevo limitarmi a fare la sua conoscenza e scambiare giusto due chiacchiere, perché non si fanno certe cose. Pensavo che avrei dovuto sottoporle una idea di ciò in cui si stava imbarcando in termini di musica, perché spiegare le cose musicalmente è la cosa di gran lunga più difficile. Allora con la sua voce in mente, ho scritto un paio di pezzi con Mike Moran e glieli ho fatti ascoltare. Li ha subito trovati di suo gradimento e così è iniziato il progetto.
Mike Moran: Freddie era teso come una corda di violino. Aveva voluto portare qualcosa da poterle far vedere e sentire, qualcosa che lei non avesse ancora sentito dai suoi ragazzi. Finalmente Lei entrò, come la Regina di Saba, con il suo entourage. Di primo acchitto fu un po’ imbarazzante, ma Freddie si buttò a capofitto con coraggio.
MC: C’era un piano nell’angolo ed era ben preparato. Quindi ci alzammo dal tavolo e andammo all’angolo della sala dove si trovava il piano e lui cominciò a suonare ed io cominciai a comprendere le sue idee. Lui suonava e io cantavo. Avremmo potuto andare avanti per ore. Quando terminammo, ci siamo guardati l’un l’altra ed in quel momento compresi che mi aveva conquistato.
La diva ascoltò e apprezzò molto il brano scritto per lei da Freddie e da Mike Moran, tanto che, con grande sopresa dei presenti, disse: lo porterò alla prima mondiale entro tre giorni al Covent Garden di Londra! E tu, battendogli la mano sulla spalla, (riferito a Mike Moran), suonerai.
Una delle più grandi dive del nostro tempo, ed uno dei più grandi front man della storia del rock, passarono il resto del giorno a cantare insieme nel giardino dell’hotel, appositamente attrezzato dal management dei Queen, con Mike Moran al piano.
Mike Moran: quando Montserrat lasciò il Ritz quella sera, Freddie si guardò intorno e disse… che cosa abbiamo fatto, caro???
La musica moderna, da allora, non sarebbe più stata la stessa.
>
Il 29 dello stesso mese, come previsto, la Caballè salì sul palco del Covent Garden. E durante lo show, come promesso, accompagnata da Moran, eseguì per la prima volta, il brano che Mercury le aveva ‘concesso di cantare’.
Montserrat presentò il brano come una canzone scritta per lei da due nuovi amici, che erano in sala quella sera. La super diva indicò Freddie che sedeva in platea. Conoscendo quest’ultimo, non essendo sul palco, di sicuro, si sarà imbarazzato molto.
Dopo lo show, la Caballè si recò a Garden Lodge per una cena. E qui si fece, nuovamente la storia di questa collaborazione.
PF: Dopo una memorabile performance a Covent Garden, Freddie, Montserrat e Mike Moran tornarono a Garden Lodge e improvvisarono al pianoforte fino all’alba.
Jim Hutton: quella sera andaì a dormire con un sottofondo speciale. due delle voci più belle della storia che cantavano insieme.
MC: Fu una notte speciale. Davvero speciale. Una notte meravigliosa. Non la dimenticherò mai. Fu cosi stupenda che non badammo al tempo. E poi qualcuno annunciò “sono quasi le sei! Dovresti fermarti hai appena cantato un concerto.” Dissi: “sono stanca, ma è meraviglioso”.
Accompagnati da Moran al piano, la Super Diva e Freddie Mercury iniziarono quindi a cantare. Per nostra fortuna, Peter Freestone ebbe la geniale idea di registrare questa improvvisata session con un registratore portatile. Si narra che il registrato abbia una durata complessiva di 90 minuti, decisamente maggiore di quello che, nel corso degli anni è stato pubblicato.
Memorabile lo scambio di battute tra freddie e Monteserrat che fa da premessa alla registrazione, in cui la Caballè stuzzica Freddie.
“Sei sicura di non essere troppo stanca”, chiede lui? “Dovresti riposarti un pochino”.
“Devo andarmene?” Chiede Montserrat, come se Freddie voglia che se ne vada.
“no, no, no , non voglio che te ne vada” risponde lui velocemente.
“canto in maniera terribile” aggiunge la Super Diva, ridendo.
“Io posso cantare fino alle sei di mattino” afferma Freddie, capendo di essere stato imbrogliato dalla Divina.
MC: credo fossero le sei quando lasciai la casa, e tutta la gente era per strada, c’erano tante persone. Sorprese che avessi passato la notte a casa di Freddie Mercury
Le sessioni iniziarono con il brano Rachmaninov’s Revenge (working title di The Fallen Priest) che Mercury e Moran avevano già abbozzato, per poi proseguire con la prima idea di Barcelona, che risuona per la prima volta.
>Con il suo sogno che si stava tramutando finalmente in realtà, come ha raccontato successivamente David Richards, Freddie si mise a lavorare alla musica freneticamente. Tutto doveva essere assolutamente perfetto per il giorno in cui la Super Diva fosse entrata nello studio di registrazione ed eseguito le parti che le competevano.
DR: Freddie insisteva nel voler provare ogni vocalismo e ogni frase, non solo le parti che doveva eseguire lui, ma anche quelle di Montserrat, dovendole imitare con una voce totalmente in falsetto. Doveva essere tutto perfetto!
Il progetto iniziale, come pensato da Freddie Mercury, doveva, probabilmente, limitarsi ad un solo brano, dedicato alla città natale della Caballè, Barcelona, che nel frattempo era stata scelta come città ospitante dei giochi Olimpici del 1992,
Questo brano avrebbe dovuto essere incluso in un album solista che nei progetti di Freddie, avrebbe dovuto essere qualcosa di diverso dal solito.
FM: quando mi sono messo a progettare il secondo album solista, non volevo davvero che fosse banalmente un altro mucchio di canzoni. Volevo che avesse un portamento speciale, qualcosa di diverso, un marchio distintivo che guidasse tutto il cazzo di progetto. Qualunque cosa che lo rendesse diverso dal solito, noioso, album di studio. Cercavo quindi idee in quel senso e d’improvviso due splendide parole sono apparse come l’onda di una marea: Montserrat Caballè.
Ma la Caballè non la pensava allo stesso modo:
FM: pensavo che avrei fatto una canzone sola, o un duetto, ma lei ha detto: “una canzone sola! Vuoi che ne facciamo solo una?” E io: “be, vediamo come viene e se poi vuoi ancora un po’ della mia musica….” Al che Lei ha domandato, “quante canzoni ha di solito un album rock?” “Dieci”, ho risposto. “Bene”, ha replicato lei. “Che dieci siano, allora!! Scrivi dieci canzoni domani!”
Ma del resto, come avrebbe fatto Freddie a dire di no?
FM: Quando lei ha detto ‘facciamo un album’ ho pensato: ‘dio mio, e adesso cosa faccio?’ perché non è concepibile rifiutare l’offerta della Super Diva? Pensai che forse era meglio passare subito dalle parole ai fatti!
Splendido. Passo dal rock’n’ roll all’opera!
Probabilmente nemmeno Freddie Mercury aveva idea di cosa lo aspettasse. Registrare con la Caballè fu per lui un’esperienza che mai prima d’allora aveva vissuto, né da solista, né con i Queen.
FM: Era una sfida. Sarebbe stato meraviglioso. Non pensavo di poter comporre cosi. Voleva duettare con me. Dovevo cambiare il modo di pensare.
Innanzitutto decise che non era abbastanza fiducioso della sua capacità di suonare il piano per accompagnare la Caballè. Aveva infatti bisogno di un vero pianista capace di virtuosismi classici, ma che potesse anche adattarsi al gospel, blues e rock, oltre anche alle nuove tecnologie e ai campionatori più all’avanguardia per creare un’orchestra. Mike Moran fu la scelta perfetta.
Le registrazioni di Barcelona avvennero freneticamente, registrando meticolosamente le parti orchestrali uno strumento per volta.
Fu un lavoro durissimo, per far si che gli strumenti campionati fossero più vicini possibile agli strumenti reali. A volte la situazione era frustante, racconta David Richards, il quale riteneva che in certi casi, rivolgersi ad una orchestra sarebbe stato meglio. Ma Freddie fu irremovibile. Non avrebbe potuto esercitare lo stesso controllo sulla parte orchestrale se altri avessero suonato.
Per tre settimane, Freddie Mercury, David Richards e Mike Moran restarono chiusi nello studio di registrazione, realizzando questo meticoloso lavoro sino al giorno in cui si raggiunse la sufficiente perfezione perché Montserrat potesse intervenire ed eseguire le sue parti. Lo studio di registrazione fu sottoposto ad una vera e propria ristrutturazione. Venne lucidato, pulito e preparato per l’occasione. Freddie fece tinteggiare a nuovo i servizi igienici per signore, nel caso Lei dovesse usarli.
I Townhouse Studios (e Freddie Mercury), erano pronti per l’arrivo della super diva.
La canzone venne quindi registrata nell’aprile / maggio del 1987.
DR: Doveva essere tutto perfetto quel giorno. Tutti avevano i nervi a fior di pelle quel giorno (il giorno dell’arrivo della Diva), ma tutto era pronto e andò liscio come l’olio. La regia era piena di fiori per il suo arrivo. Freddie voleva che lo studio di Londra rifacesse il bagno per le signore nel caso lei lo dovesse usare.. Montserrat cantò le canzoni in maniera impeccabile e si rivelò essere una delle persone più piacevoli ed amichevoli che avessimo mai incontrato. Era evidente che ammirava Freddie, che le piaceva molto. L’intera sessione si concluse in un paio d’ore.
La preparazione del brano fu decisamente complicata, sia perché, come detto, Freddie Mercury aveva voluto registrare la base con soli strumenti campionati, sia perché la Caballè avrebbe dovuto arrivare a Londra e registrare semplicemente la sua voce.
Forse oggi non possiamo renderci conto di quello che furono davvero quelle sessioni di registrazioni e la fatica e lo stress che venne accumulato. Ma una frase di Freddie rende perfettamente l’idea di ciò che fu quando i lavori vennero conclusi.
FM: Finalmente ce l’ho fatta. Ho la Sua voce sul mio nastro.
E cosi nacque Barcelona!
PF: tra tutte le cose che fece senza i Queen, questa era quella che lo rese più orgoglioso.
MC: per l’opera, fu una rivoluzione. Una vera svolta.
Tim Rice: la canzone era davvero fantastica. Era lirica pura. E melodrammatica. Era come una vera opera.
MM: Se l’ascolto mi viene la pelle d’oca. L’ho ascoltata 10.000 volte.
>Come detto, il primo pezzo che Mercury e Mike Moran scrissero per la collaborazione fu Exercises in Free Love, che era già pronto quando, nel marzo 1987, vi fu l’incontro tra i due artisti.
Questa traccia è spesso fonte di confusione, quindi accantoniamo per sempre qualsiasi dubbio residuo. La traccia conclusiva del primo lato nell'album Barcelona, è un brano delicato intitolato semplicemente Ensueño (tradotto approssimativamente; fantasticheria, sogno, illusione o fantasia). Nella traccia figurano Montserrat e Freddie che condividono la voce solista, sulla musica composta da Freddie e Mike Moran. Ad ogni modo, Ensueño è preceduta da questo brano, Exercises In Free Love. Exercises apparve la prima volta nel febbraio del 1987, come lato B per “The Great Pretender”, ben 20 mesi prima del rilascio dell'album Barcelona.
E per confondere ulteriormente le cose, Exercises figura anche nel lato opposto del singolo Barcelona - rilasciato nell'ottobre del 1987, esattamente quasi un anno prima dell'album madre. Mentre la musica per entrambi i brani è identica, in Exercises troviamo Freddie atto a costruire meticolosamente una “guida” per Montserrat, senza testi o uno stile specifico, che simula vocalizzazioni operistiche in falsetto. E’, se volete, l'imitazione vocale di Montserrat da parte di Freddie.
È questa la registrazione che Freddie portò con sé a Barcelona quando incontrò per la prima volta la diva, e che fece una grande impressione su di lei. Ensueño, invece, che ha una nascita successiva, comprende un testo adattato e composto da Montserrat.
Ma prima ancora di questo evento, Freddie e Mike Moran erano già stati in studio di registrazione. ‘The Fallen Priest’, sebbene con i diversi working title di ‘spanish song’ e ‘Rachmaninov’s Revenge’ ad esempio, nasce nel gennaio del 1987 e già dalle demo esistenti (e pubblicate nel 2000 nel Freddie Mercury Solo Box) si evince di come Freddie pensasse a questa canzone per la collaborazione con la Caballè, in quanto oltre alla sua parte, ha registrato anche quella per la Super Diva. Cantandola ovviamente in falsetto.
La riprova che l’idea di questo brano sia precedente a Barcelona, risulta evidente ascoltando il brano ‘the duet / the fallen priest’, registrata a Garden Lodge il 29 marzo 1987, laddove la serata ‘canterina’ di Mercury e della Caballè inizia proprio con gli accordi di ‘the fallen priest’. Questo brano è stato pubblicato per la prima volta nel 2000 all’interno del boxone dedicato esclusivamente alla carriera solista di Freddie.
Dopo che la Caballè propose a Freddie la registrazione di un intero album, Mercury e Mike Moran si misero al lavoro per scrivere ulteriori brani.
Nacquero cosi, nei mesi successivi, oltre alle già citate Barcelona e The Fallen Priest, brani inediti ed originali come ‘The Japonaise’, (quest’ultima contenente versi in giapponese, cantati sicuramente non senza qualche difficoltà da Freddie e dalla Caballè), The Golden Boy (con la prima escursione del leader dei Queen nel gospel, a distanza di dieci anni da Somebody To Love), Ensueno (cantata interamente dalla Caballè, salvo qualche vocalizzo di Freddie, altro non è che la versione rieditata di Exercises in Free Love, con testo scritto dalla Caballè stessa), Guide Me Home (che nel 1999 verrà utilizzata come colonna sonora di una bella pubblicità della Lancia Lybra con Harrison Ford) e How Can I go On (quest'ultima vede come bassista niente meno che John Deacon).
In quest’ultime due, in particolare, Freddie offre una interpretazione strabiliante, in particolare nelle demo che sono state pubblicate nel 2000, laddove le versioni cantante solo da Mercury sono persino più convincenti della versione con la Caballè.
L’album è chiuso da un originale ‘collage’ di vari pezzi dei brani inseriti nel disco, oltre a qualche spezzone (sing it, sing it, sing it) del brano rimasto inedito intitolato ‘when this old tired boy want to sing’, registrato durante una sessione notturna, decisamente alcolica, presso gli studio Mountain Studios di Montreux il 22 giugno 1987.
FM: questo andrà sull’album
Ed in qualche modo, ci è finito sul serio.
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