Certo a guardarli adesso dopo l’uscita di un film come Avatar, possono far
sorridere, storcere il naso o accusarli di essere prodotti quasi amatoriali,
eppure, anche nell’ambito videoclip i Queen sono riusciti a sfruttare al meglio
le risorse tecnologiche disponibili sul mercato in quegli anni.
Siete pronti a salire su un’immaginaria macchina del tempo per cominciare uno
straordinario viaggio nella storia della band a colpi di frame?
Allacciate le cinture di sicurezza…si parte !!!

BOHEMIAN RAPHSODY
Il 10 novembre 1975 prende vita quello che molti critici considerano come il
primo videoclip della storia girato a scopo promozionale da una band. Costò
circa 4000 sterline e la regia fu affidata a Bruce Gowers che impiegò 4 ore di
riprese negli Elstree Studios di Londra.
Il vero problema da affrontare per la troupe fu quello di dover ottenere un
prodotto di alta qualità in tempi ristrettissimi, poiché la messa in onda nella
puntata di Top of the Pops (il filmato doveva sopperire alla mancanza della
band per impegni lavorativi)era imminente, il che rendeva addirittura
impossibile la post-produzione (editing) del filmato.
Il montaggio fu fatto in camera e tutte le riprese e gli effetti creati ad hoc
all’istante: per l’intro che riprendeva il tema della famosa copertina di Queen
II fu utilizzato un sapiente gioco di luci e ombre, per l’effetto sdoppiamento
di Freddie (sull’eco di GO) fu fatta puntare direttamente la telecamera su di
un monitor in modo da creare un feedback visivo (in gergo chiamato larsen
video) che ripete quella stessa immagine all’infinito come se si riflettesse in
tanti specchi, per la scena del coro a nido d’ape fu montata una particolare
lente prismatica sull’obbiettivo.
Il successo della trovata fu tale che qualche settimana dopo ne fu realizzata
un’altra versione con l’aggiunta delle fiamme e più angolazioni di ripresa che
arricchirono ulteriormente il videoclip.

 

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YOU ARE MY BEST FRIEND
A seguito del consenso ottenuto dalla clip di Bohemian Raphsody i Queen
decidono di riproporre l’esperienza girando nell’aprile del ’76 (c’è chi dice
fosse maggio però) il videoclip dell’omonima canzone scritta da John Deacon che
qui appare nell’inedita veste di pianista.
Si vocifera che la cosa accadde per uno screzio avuto con Freddie che si
rifiuto’ di suonare in studio il piano elettrico Wurlitzer per cui Deacon aveva
scritto il pezzo, e dunque anche nel videoclip si decise di lasciare l’onere a
John nonostante la presenza sul set di un piano “regolare”.
La regia fu di nuovo affidata a Bruce Gowers che scelse come location il Ridge
Farm Recording Studio, nel Surrey, situato vicino ad un allevamento di maiali,
che complice il gran caldo, provocò un’invasione di insetti sul set. Inoltre la
scelta di utilizzare centinaia di candele per dare una luce naturale in omaggio
al cinema di Kubrick generò non pochi pensieri alla troupe sul come evitare
che si spegnessero durante le riprese (e che quindi potesse variare la luce sul
set).
Da un punto di vista tecnico salta subito all’occhio l’uso massiccio di
dissolvenze per rendere più dolci i vari passaggi di scene tra i membri della
band e questo denota rispetto al video precedente un accurato processo di
postproduzione. Se pensate che all’epoca il montaggio era fatto in modo
analogico e lineare con l’utilizzo di player video messi in ingresso ad una
centralina (o mixer video) che generava gli effetti e che riversava il prodotto
finito in uscita ad un VTR (videorecorder) anche una semplice dissolvenza era
un processo davvero complicato!
 

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Bruce Gowers viene richiamato nuovamente alla corte della regina per girare
nell’ottobre del ’76 il videoclip del brano simbolo di A Day At The Races .
E’ uno dei primi video in cui le immagini di un live (il famoso Hide Park di
un mese prima) vengono miscelate a riprese di una session in studio durante la
registrazione della song .
Dal punto di vista puramente tecnico questa è una cosa piuttosto importante
per vari motivi:
1) E’ difficile sincronizzare il labiale di un live con una song da disco in
quanto ovviamente la band la esegue in modo diverso, e ciò si nota in svariati
punti del video
2) Le riprese effettuate durante la registrazione del pezzo sono una prima
rudimentale forma di backstage una moda che prenderà piede fra le band
soprattutto negli anni 80 e che si rafforzerà sempre di più (oggi sarebbe
impensabile registrare un disco o fare un tour senza un’operatore ed una
telecamera che lo documentasse…)
3) Personalmente credo che la postproduzione sia avvenuta in due fasi…sono
state montate cioè prima le riprese in studio e poi col prodotto ottenuto si è
andato ad aggiungere il montato del pezzo live…alcune dissolvenze non chiuse
perfettamente mi farebbero pensare ad una “sovrapposizione successiva” dunque
credo che esista una versione del videoclip fatta solo con le immagini da
studio.

Piccola curiosità: Sombody to Love fu presentata a Top Of The Pops con una
coreografia di ballerini e per molti anni fu preferita questa versione al
videoclip promozionale che rimase semisconosciuto fino alla sua inclusione in
Greatest Flix 1 del 1981.
 

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TIE YOUR MOTHER DOWN

Bruce Gowers stavolta vola fino a Miami nel febbraio del ’77 per registrare
materiale pubblicitario destinato al pubblico inglese. Il video non ha nessuna
valenza artistica ed è semplicemente una ripresa live. Unica nota tecnica l’
introduzione di uno Splitscreen (in gergo chiamata tendina) che divide e
permette il ridimensionamento e la messa in onda contemporanea delle 4 camere
in un dato momento sullo schermo.
Curiosità: durante le riprese di questo video Roger rischiò la vita infatti
volò dallo sgabello dopo l’esplosione iniziale che apre la performance. La
carica venne posizionata in un secchio troppo vicino alla sua asta…fortuna per
lui (e per noi) che nulla di grave accadde…

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WE ARE THE CHAMPIONS

Il primo video dei Queen realizzato in pellicola porta la firma di Derek
Burnbridge .
Fu girato al New Royal Theater di Londra, con la partecipazione del fan club
(chiamato in causa per il costo esoso di assumere tante comparse) e facendo
esibire la band in playback (ma dopo per ringraziare tutto il pubblico
improvvisarono un mini concerto) per non avere problemi di sincronismo audio-
video durante la postproduzione.
Di questo videoclip dovrebbe esistere un backstage inedito filmato da Bob
Harris (ma in mano alla queen productions) presente sul set per realizzare un
documentario sulla band.
Alcuni di questi frammenti video sono presenti in una versione alternativa
della clip, secondo me la piu’ interessante dal punto di vista tecnico, che
parte in bianco e nero da un primo piano di Mercury per poi sfociare nelle
scene a campo lungo in cui si puo’ vedere tutto l’entusiasmo dei presenti.
La versione denominata “monocromatica” proprio per l’utilizzo del bianco e
nero e di alcuni flash del backstage dove si possono ammirare le macchine da
presa , usa anche molti più tagli e scene dalla camera a spalla sul palco che
danno un ritmo più dinamico rispetto alla versione ufficiale in cui sono state
preferite le riprese a campo lungo e a bordo palco fisse su cavalletto.

 

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WE WILL ROCK YOU-SPREAD YOUR WINGS

Girati piuttosto velocemente in una tenuta acquistata da poco da Roger Taylor
nel Surrey, a detta dei membri della band proprio perché non sapevano dove
altro farli.
Così in un freddo pomeriggio del gennaio del ’78 Rock Flics diede il via alle
riprese di entrambi i video. I nasi rossi e le mani congelate di John e Brian
(costretti a suonare senza guanti per risultare piu’ credibili) nonché lo
scenario nevoso alla “the day after tomorrow” rendono perfettamente l’idea
della situazione climatica di quel giorno. Non ci sono grandi notazioni
tecniche da fare se non il posizionamento di luci calde (gialle) sui volti
della band che fa da contrasto alla luce fredda(bianco-bluastra) naturale dell’
imbrunire e l’uso di un maggior numero di tagli presenti in fasi di montaggio
che seguono il senso del ritmo su we will rock you e testimoniano come si stava
evolvendo il gusto in fatto di videoclip rock.
La leggenda vuole che su we will rock you la band cominciò a battere mani e
piedi e a dimenarsi proprio per combattere il troppo freddo e che questa cosa
piacque molto al regista tanto da optare proprio per queste scene piuttosto
che per una singola ripresa live.
Di queste registrazioni esistono inoltre alcuni fuori onda proposti nelle
videocassette di magic years.
Di we will rock you esiste anche una versione fast live registrata a Houston
nel ’77 e presentata sempre a scopo promozionale come videoclip per il
mercato americano.
 

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FAT BOTTOMED GIRLS

Fu registrato nell’ottobre del ’78 a Dallas come unica performance live da
Vallance Dannis, per volere della band che desiderava mostrare ancora una volta
all’opera il loro spettacolare impianto audio-luci. Sfortunatamente il regista
puntò per lo più su riprese strette su Freddie Mercury ed i suoi pantaloni in
pvc, rendendo molto scontenta la band che successivamente tentò un rimontaggio
per scoprire tuttavia che le riprese scartate erano andate perse…
Tecnicamente va messo in evidenza l’utilizzo di alcune dissolvenze laterali
(quelle dove Freddie e Brian appaiono affiancati ma in realta’ non lo sono), di
scene a rallenty per sottolineare un momento topico ed il finale con fermo
immagine (still image) molto di moda nelle regie di quegli anni . Sottolineo
ancora una volta che questi effetti (che oggi sono routine) venivano generati
da centraline elettroniche analogiche costosissime.

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BYCICLE RACE

Lo stesso giorno delle riprese di FBG furono girate anche quelle live di
questo pezzo, che andavano ad incastrarsi con quelle della particolare gara
ciclistica svoltasi fra 65 donne nude girate nello stadio di Wembley per la
presentazione dell’album Jazz.
Prese così vita il video più contestato e censurato della storia della band.
La stessa ditta produttrice delle biciclette la Halfords si rifiutò di ritirare
le bici se prima non fossero state sostituite tutte le selle.
Nonostante le parti intime delle ragazze vennero nascoste da particolari
effetti a mosaico le polemiche non si placarono e la band scontenta decise di
proporne un’altra versione utilizzando un collage di foto e immagini in
aggiunta a quelle della corsa ma queste ultime pesantemente ritoccate con
effetti video chiamati invert e negative che agivano sulla luminanza e la
crominanza delle immagini stesse rendendo il videoclip onestamente molto
pacchiano.
Fortunatamente per noi nel 2002 quando ormai nessuno si scandalizza più per
nulla i Queen decidono di ripescare la prima versione quella più genuina e
divertente per inserirla nel Greatest Video Hits 1.

 

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DON’T STOP ME NOW

Un pezzo che avrebbe fatto felice qualunque videomaker, tranne evidentemente
Jorgan Kliebenst che lo registra nel gennaio 79 al Forrest Nazionale in
Belgio, utilizzando una sola macchina da presa (è il secondo video in
pellicola della band) e girandolo in un modo semplicistico, come una esibizione
live. Memore forse dell’insuccesso ottenuto dal suo collega coi video
precedenti, qui la regia non si fossilizza su Freddie ma da’ ampio spazio anche
agli altri membri della band. In altre parole le performance venivano
registrate una alla volta per ogni singolo componente, più una totale con
qualche movimento di macchina, postproduzione e “zac” il gioco è fatto!!!
Che dire la pellicola è sempre la pellicola ma un pezzo del genere avrebbe
meritato un video particolare che ne fosse all’altezza…
Piccola curiosità: sulla scena in totale ad 1’e 47” si notano in basso a
destra del palco dei tecnici che non avrebbero dovuto trovarsi nell’
inquadratura durante la ripresa, distrazione in fase di postproduzione o
mancanza di una scena alternativa valida da sostituire a questa?

 

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